In agricoltura ci sono segnali positivi, ma non va visto pieno un bicchiere che al massimo è mezzo pieno

Inserito il 19 Gennaio 2012 in Agricoltura, Ambiente, Bilancio, Bonifica, Energia, Lavoro, Politica, Sociale


Facili entusiasmi alla presentazione dei primi dati economico-produttivi sull’annata agraria 2011: pesca e agroindustria hanno il segno meno e bisogna valutare la qualità dell’occupazione che si è prodotta. Ci sono segnali positivi, ma la Regione deve fare in modo che i timidi segnali di ripresa siano adeguatamente sostenuti

Giovedì 19 gennaio, nella splendida cornice della Corte benedettina di Legnaro si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dei primi dati economico-produttivi sull’annata agraria 2011: l’assessore regionale all’Agricoltura Franco Manzato, l’amministratore unico di Veneto Agricoltura Paolo Pizzolato e il responsabile del Settore studi economici hanno dato una lettura molto positiva dei dati, sottolineando come il valore della produzione agricola nel 2011 sia cresciuta del 5% rispetto al 2010, come la contrazione del 2,4% nel numero delle aziende sia un fattore che testimonia lo sviluppo di realtà più grandi e più competitive e come, sempre rispetto al 2010, gli occupati siano cresciuti del 10%. A frenare i facili entusiasmi è il vicepresidente della commissione regionale Agricoltura Graziano Azzalin che invita “a non vedere pieno un bicchiere che, ottimisticamente, può essere visto mezzo pieno”. Secondo il consigliere del Pd, infatti, la lettura disaggregata dei dati mostra una foto con tinte meno rosee: “Considerando anche il segmento dell’agroindustriale, il dato occupazionale viene molto ridimensionato visto che l’indagine di Unioncamere Veneto mostra per il terzo trimestre 2011 un crollo di occupati del 9,6% per l’industria alimentare, il dato più rilevante di tutti i settori industriali. Per la pesca, invece, i dati relativi ai primi 6 mesi del 2011 evidenziano un notevole calo dei quantitativi a livello regionale, -16,8%, e conseguentemente del fatturato (21,7 milioni di euro, -8,9%). Inoltre, il dato aggregato sull’occupazione nulla ci dice sulla qualità di questa occupazione, un aspetto che va considerato visto anche che paradossalmente il numero di lavoratori è circa pari al numero delle imprese attive nel settore agricolo”.

“Indubbiamente – riconosce Azzalin – ci sono segnali positivi e la Regione deve fare in modo che i timidi segnali di ripresa siano adeguatamente sostenuti. Il settore primario riveste un ruolo fondamentale per il Veneto e come tale deve essere trattato anche in sede di bilancio. Per esempio, se è da condurre con forza la battaglia sulle accise per il gasolio usato in agricoltura e quella sulla rimodulazione dell’Imu per le realtà produttive, questa non può però essere fatta guardando solo a Roma, ma considerando anche quali margini di manovra ci sono a Venezia”.

L’ ultima considerazione dell’esponente democratico è sul biogas: “La crescita esponenziale degli impianti, più che raddoppiati, è stata salutata con grande favore. Certo, si tratta di un aspetto importante e potenzialmente positivo dal punto di vista del reddito in agricoltura e della produzione di energia rinnovabile, ma questo boom non può essere lasciato nella più totale assenza di norme. Proprio per questo si rende ogni giorno più necessario che la Regione intervenga per disciplinare questa materia”.

Per approfondimenti: http://www.venetoagricoltura.org/




Lascia un commento