“Terra e lavoro beni comuni, i due volti dell’emergenza che stiamo vivendo”

Inserito il 26 Maggio 2013 in Agricoltura, Ambiente, Bonifica, Lavoro, Pesca, Politica, Territorio


Dal battesimo di Agrinsieme all’assemblea elettiva della Cna di Rovigo: “C’è un intero sistema che deve ritrovare funzionalità nei suoi corpi intermedi, necessaria un’azione forte e concertata, che vada oltre gli interessi di parte”

“Da Agrinsieme ai fondi per l’industrializzazione del Polesine il salto concettuale può apparire ardito, in realtà c’è un filo conduttore forte che possiamo e dobbiamo trovare nel tema della rappresentanza e della conciliazione degli interessi nel nome del bene comune”. Questa la riflessione del consigliere regionale Graziano Azzalin, che venerdì era a Padova al battesimo di Agrinsieme, il coordinamento che riunisce Legacoop, Confcooperative, Agci, Confagricoltura e Cia, ed oggi a Canale di Villadose (Ro) all’assemblea elettiva della Cna di Rovigo. “Due momenti diversi – spiega Azzalin – ma che dimostrano come, in questo momento di crisi, ci sia un intero sistema che deve ritrovare funzionalità nei suoi corpi intermedi. Spesso, infatti, si addita la politica come responsabile di tutti i problemi, dimenticando che questa altro non è che lo specchio della società. La frammentazione ed il disorientamento che si registrano da un lato hanno una corrispondenza dall’altra. Destra e sinistra non esistono più? Se così fosse, ci sarebbe ben poco da rallegrarsi, perché vorrebbe dire che le contrapposizioni si collocano lungo assi individualistici, interessi marginali ed istanze estemporanee. Ponendo un problema di democrazia, perché solo gli interessi economici sarebbero rappresentati, ma non tutti i valori sono monetizzabili. E’ su questo che si innesta la riflessione postideologica sui beni comuni e, fra questi, il lavoro e la terra”.

“Solo partendo da qui – aggiunge – si può capire come la nascita di Agrinsieme rappresenti un fatto storico, con l’unione di sigle, che per tradizione, appartengono a poli opposti di rappresentanza, che per dare al mondo ‘della terra’ una voce unitaria, accantonano interessi particolari ed antiche contrapposizioni. Esempio virtuoso e in controtendenza: nei momenti di difficoltà si tende ad erigere muri a difesa dei propri orticelli, tuttavia così si è ancora più fragili di fronte alle difficoltà. E’ la dimostrazione di quanto piccole siano spesso molte polemiche e di quanto sia virtuoso il processo aggregativo e concertativo che, purtroppo, in altri campi appare utopico”.

“Sul fronte industriale – nota Azzalin – spesso ci si dimentica che solo il 34% delle imprese aderisce alle associazioni di categoria. E che queste sono a loro volta divise al proprio interno. Per questo è importante lo spirito collaborativo che si registra oggi, perché i temi in gioco non sono solo quelli dei guadagni personali, ma dello sviluppo e del lavoro nel suo complesso, fondamento costituzionale della nostra democrazia. La politica non ha compreso la rilevanza delle partite da giocare. Si pensi, tornando all’agricoltura, ai fondi che la Regione spende per il turismo o la prevenzione sanitaria, quando poi investe appena l’1% del bilancio nel settore primario, che primario è anche per la bellezza del paesaggio, la conservazione della biodiversità, la correttezza degli stili di vita, la salubrità ambientale, la genuinità degli alimenti. Giovedì a Venezia è stato presentato un rapporto che mette in evidenza l’insensato modello di sviluppo inseguito dal Veneto, che ha portato alla distruzione del suolo, bene comune da tutelare e valorizzare. La terra ed il lavoro, sono due aspetti di un’emergenza drammatica che si sta consumando giorno per giorno e che rende necessaria un’azione forte e concertata, che vada oltre gli interessi di parte”.




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