Qualsiasi riforma di Veneto Agricoltura non deve intaccare le attività di ricerca ed i livelli occupazionali per non disperdere un patrimonio insostituibile

Inserito il 17 Novembre 2012 in Agricoltura, Ambiente, Lavoro, Pesca, Turismo


In visita al Centro ittico sperimentale Bonello ed il Centro sperimentale frutticolo Pradon, per capirne meglio le attività, per incontrare i dipendenti e per confrontarsi in vista del dibattito, prima in commissione, poi in consiglio, sulla legge di riforma dell’ente strumentale della Regione. E' bene che ci si renda conto di cosa sono i centri di eccellenza della nostra Regione e che si ribadisca l’importanza della ricerca e della sperimentazione, attività che non hanno un ritorno economico immediato ma sulle quali si costruisce il futuro, anche economico di un Paese moderno

Vongole baby, piante madri di vite da innesto che finiscono fino in Australia e perfino un “ospedale per piante”: “E’ bene che ci si renda conto di cosa sono i centri di eccellenza della nostra Regione e che si ribadisca l’importanza della ricerca e della sperimentazione, attività che non hanno un ritorno economico immediato ma sulle quali si costruisce il futuro, anche economico di un Paese moderno”, ha detto il vicepresidente della commissione regionale Agricoltura Graziano Azzalin, che ieri è stato in basso Polesine per proseguire il percorso di conoscenza dei centri di Veneto Agricoltura, con una doppia visita al Centro ittico sperimentale Bonello ed al Centro sperimentale frutticolo Pradon, “per capirne meglio le attività, per incontrare i dipendenti e per confrontarsi in vista del dibattito, prima in commissione, poi in consiglio, sulla legge di riforma dell’ente strumentale della Regione che, nelle intenzioni, dovrebbe divenire un’agenzia”.

Al Centro ittico Bonello, una valle da pesca dedicata ad attività di sperimentazione specie nuove per l’acquacoltura nazionale con particolare attenzione alla gambericoltura, Azzalin è stato accolto dai dipendenti, dall’amministratore unico di Veneto Agricoltura Giustino Mezzalira, dal responsabile del Settore Centri sperimentali Michele Giannini, dal responsabile del Centro sperimentale ortofloricolo Po di Tramontana Franco Tosini e dal responsabile dei centri ittici di Veneto Agricoltura Michele Palazzi. E’ stato proprio quest’ultimo ad illustrare le attività di Bonelli, finalizzate al miglioramento ed alla diversificazione delle attività produttive in ambiente di valle e le collaborazioni con le Università, prima su tutte quella col corso di acquacoltura di Cesenatico dell’Ateneo di Bologna, e con i produttori, come quello con il Consorzio pescatori, che si sta irrobustendo proprio in questi ultimi anni. “Semina del novellame, gestione dell’ambiente vallivo, il ricovero invernale, ingrasso del seme di vongola – ha spiegato Palazzi – sono le attività principali di questo importante centro di ricerca che lavora in stretta collaborazione con quello di Pellestrina”.

Al Centro sperimentale frutticolo Pradon, è stato invece il referente Simone Serra a spiegare come questo luogo, isolato da frutteti commerciali, sia particolarmente idoneo alla conservazione in sanità di piante di frutteti, al riparo dal pericolo di contaminazioni principalmente di origine virale.  A Pradon, Veneto Agricoltura porta aventi attività di selezione genetico-sanitaria di piante da frutto quale fonte di materiale di propagazione virus-esente nell’ambito della “Certificazione volontaria di materiale di propagazione frutticolo della Regione Veneto”, oltre che attività rivolte alla validazione dei processi produttivi innovativi in frutticoltura e di servizi agli operatori del settore, nell’ottica di un’agricoltura compatibile con l’ambiente. “Le piante madre di vite – ha spiegato – per le loro particolari proprietà, sono particolarmente richieste dai vivaisti che le utilizzano per i loro innesti. Alcune richieste ci arrivano perfino da Russia e Australia”.

Al termine della visita, delle serre, delle screen houses (serre non chiuse ma semplicemente protette da reti antinsetto) e della camera di termoterapia, nella quale vengono ricoverate le piante affette da virus che, grazie al calore, vengono letteralmente “curate”, il consigliere regionale si è confrontato con i dipendenti dei vari centri, preoccupati per il loro futuro. “Qualsiasi riforma venga fatta – ha spiegato Azzalin – l’attività di ricerca e sperimentazione ed il bagaglio di esperienza dei lavoratori non dovranno essere intaccati, perché sono un patrimonio insostituibile. E’ chiaro che, in un settore come questo in cui la programmazione a lungo termine è fondamentale, l’incertezza che regna non è certo una buona cosa. Ma da parte mia mi spenderò insieme ai miei colleghi del Pd perché non si tocchino le attività fondamentali né tanto meno i livelli occupazionali”.




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