Sanità, il nodo della sostenibilità si scioglie solo investendo sul territorio

Inserito il 11 Gennaio 2014 in Bilancio, Sanità, Sociale, Territorio


Al convegno organizzato dalla Cgil di Rovigo, “Dalle schede ospedaliere al territorio – Strutture intermedie e Socio Sanitarie – Quale futuro per il Polesine?” ho fatto presente che il futuro si costruisce su strutture intermedie e riorganizzazione della medicina generale: la stessa determinazione mostrata sulla diagnostica notturna la vorrei vedere su questi temi

“Più che spiegare cosa è cambiato con la riforma della sanità e con le schede ospedaliere, bisogna capire come evolverà, quali saranno gli sviluppi concreti e quali gli ostacoli che potrebbero impedire il dispiegarsi dei principi enunciati con il Piano socio-sanitario. Il primo problema è la sostenibilità”. Con queste parole il consigliere regionale Graziano Azzalin è intervenuto questa mattina al convegno organizzato dalla Cgil di Rovigo, “Dalle schede ospedaliere al territorio – Strutture intermedie e Socio Sanitarie – Quale futuro per il Polesine?”, al quale hanno preso parte fra gli altri, il segretario generale Fp-Cgil Veneto Daniele Giordano ed segretario generale regionale per la Sanità, Domenico Mantoan.

“La situazione economica generale – ha sottolineato l’esponente democratico – è sotto gli occhi di tutti ed è preoccupante. Ma questa non deve rappresentare un alibi ed impedire quegli investimenti necessari se davvero si vogliono produrre risparmi futuri. Perché non è tagliando, ma riformando che si dà efficienza, equità e sostenibilità nel futuro del sistema. Il punto nodale è rappresentato dal territorio, dalle cosiddette strutture intermedie e dalla riorganizzazione della medicina generale”.

I medici di medicina generale – ha aggiunto Azzalin – svolgono un ruolo fondamentale in tutta la riforma e su questo ancora non ci siamo. E’ indubbiamente una buona notizia quella che, finalmente, sembra essersi sbloccata la vertenza sugli ambulatori aperti ventiquattr’ore su ventiquattro, che si era bloccata per la mancanza di copertura finanziaria. Il dato di fatto è che al momento anche gli Utap non funzionano come dovrebbero e, tanto più a Rovigo, non possiamo prescindere dalla riorganizzazione”

Concludendo, il consigliere polesano ha sottolineato che “la politica degli spot, deleteria in ogni settore, ancora di più quando si parla di sanità, ha visto una grande ed energica azione sulla diagnostica notturna. Di per sé, infatti, è una buona iniziativa ed ovviamente ha incontrato il favore dell’opinione pubblica, ma ancora non sono stati forniti i dati sui costi e sulle prestazioni eseguite. E in più, scopriamo che ci sono attrezzature ferme di giorno perché manca il personale. Forse per una sanità più efficiente sarebbero necessari meno slogan populistici e più interventi che anche se offrono meno visibilità mediatica, permettano miglioramenti concreti dei servizi. E la stessa determinazione mostrata in questa occasione, la vorrei vedere anche per quanto riguarda la sanità territoriale”.




Lascia un commento