Minoranza nazionale, una legge impresentabile

Inserito il 7 Dicembre 2016 in Primo piano


Abbiamo fatto di tutto per impedire questa legge impresentabile e inapplicabile. Si tratta di una legge che è una presa di giro, poiché sicuramente incostituzionale. Il Veneto non fa parte delle minoranze storiche nazionali e il richiamo alla Convenzione quadro è sbagliato.

Abbiamo fatto di tutto per impedire questa legge impresentabile e inapplicabile. Si tratta di una legge che è una presa di giro, poiché sicuramente incostituzionale. Il Veneto non fa parte delle minoranze storiche nazionali e il richiamo alla Convenzione quadro è sbagliato, perché eventuali aggiunte, successive alla ratifica, possono essere fatte soltanto dallo Stato, con una dichiarazione indirizzata al Segretario generale del Consiglio d’Europa.
È un pasticcio totale quello della maggioranza che maschera delle rivendicazioni politiche attraverso rivendicazioni culturali, ma è un corto circuito che non porta da nessuna parte.
 
Troviamo imbarazzante che Zaia possa promulgare un provvedimento del genere e che possa essere pubblicato sul Bur ufficiale della Regione. Tenendo presente che fin quando non verrà dichiarata incostituzionale, produrrà comunque degli effetti.
 
Esiste già una legge, la numero 8 del 2007 con all’interno tutti gli elementi per poter garantire la promozione e la tutela dei vari dialetti della nostra regione, in tutte le loro sfumature ed era una possibilità che la maggioranza poteva sfruttare per uscire dall’impasse, anziché insistere su un provvedimento inutile.
 
Per promuovere e tutelare la cultura veneta ci sono altri modi: far vedere nelle scuole le Commedie di Goldoni o parlare della storia della Repubblica di Venezia, solo per fare due esempi.
Si potrebbe cominciare, per esempio, con il finanziare la legge 3 del 14 gennaio sui Iniziative di promozione e valorizzazione dell’identità veneta. Nessuno nega l’orgoglio veneto e siamo disponibili sempre e comunque a discutere oltre i confini del Partito Democratico nell’interesse dei cittadini, ma è un fatto gravissimo sentire dai banchi della maggioranza che c’è l’orgoglio di essere veneti e non italiani e sorprende davvero che di fronte a dichiarazioni di questo tipo ci sia stato l’imbarazzante silenzio assenso delle rappresentanze della destra storica in Consiglio.
 
È una presa in giro, quello che è uscito dalla porta è rientrato dalla finestra, perché resta la valutazione, con tanto di costituzione di un Albo presso la Giunta regionale per raccogliere le dichiarazioni spontanee. Ma chi è che valuta? E in base a quale criterio viene stabilito che è in grado di verificare la veneticità delle persone? Senza poi dimenticare i costi di questa legge priva di senso. Sarà possibile comunicare e ricevere informazioni in ‘altra lingua’ con le spese conseguenti per traduttori e interpreti, così come accadrà per tutta la documentazione, come passaporti e carte di identità.



Lascia un commento