I nuovi nati e le loro famiglie hanno bisogno di ben altro rispetto a una bandiera per sentirsi orgogliosamente veneti.
“I nuovi nati e le loro famiglie hanno bisogno di ben altro rispetto a una bandiera per sentirsi orgogliosamente veneti. Siamo all’ennesimo inutile provvedimento-propaganda, il cui profilo di legittimità costituzionale è tutto da vedere”. È quanto affermano la vicecapogruppo del Partito Democratico Orietta Salemi e il collega Graziano Azzalin a proposito del Pdl presentato dal consigliere della Lista Zaia Gabriele Michieletto oggi in Prima commissione che prevede, appunto, la consegna del vessillo della Serenissima a tutti i neonati.
“Come la monaca di Monza di manzoniana memoria così anche i nascituri veneti avranno da oggi la propria ‘condizione irrevocabilmente stabilita’: bandiera e gonfalone del Veneto quando vengono alla luce. Verrebbe da dire che manca soltanto il sudario con il leòn – meglio se effigiato mentre ‘magna il teròn’ – al momento della dipartita da questo mondo per confermare che dalla vita alla morte il percorso esistenziale di un cittadino veneto è impresso ‘di una necessità fatale’. Ma qual è il fine di provvedimenti del genere? L’orgoglio per l’origine veneta? L’urgenza di affermare un’identità forte? Davvero ne abbiamo bisogno? O piuttosto non è il tentativo di nascondere con una mano di vernice identitaria il fallimento del progetto autonomistico di Zaia, con le 23 materie e i 17 miliardi trasferiti dallo Stato, quel suo ‘tutto e subito’ naufragato a Roma per la frenata imposta dai suoi stessi compagni della Lega ormai piegati ai bisogni del nuovo partito nazionale di Salvini che guarda al Sud? La storia della bandiera insieme al tentativo, per ora bocciato, di introdurre nello Statuto la regola dell’inno veneto nelle cerimonie ufficiali la dice lunga sulle priorità della maggioranza, che continua a far perdere tempo al Consiglio con proposte prive di senso”.