Sulla sanità Polesana scattano le forbici, in contrasto con il Pssr e con le schede di dotazione ospedaliera

Inserito il 2 Ottobre 2014 in Sanità, Sociale, Territorio


Già tempo fa avevamo adombrato l'ipotesi che il sottodimensionamento di Rovigo fosse propedeutico alla crescita dell'ospedale di Schiavonia, a Monselice, un ospedale costruito con un project financing. Per l'appunto, le specialità stralciate all'ospedale di Rovigo sono proprio quelle che, invece, avrà il nuovo ospedale.

Il consigliere regionale Graziano Azzalin denuncia il taglio “vergognoso e gravissimo” della sanità polesana in una conferenza stampa convocata oggi, per la quale sottolinea di avere il completo appoggio di tutto il Gruppo consiliare del Pd, a cominciare dal vicepresidente della Commissione Sanità Claudio Sinigaglia, insieme al quale presenterà un’interrogazione a risposta immediata, non escludendo l’impugnazione della delibera di Giunta “che disattende non solo le promesse fatte, ma anche quanto contenuto nelle norme approvate dal Consiglio: Invito i polesani ad aprire gli occhi su quello che sta accadendo ed a mobilitarsi per prevenire l’emorragia dei nostri migliori specialisti”.

“Nel Piano socio sanitario – ha spiegato Azzalin – è previsto che per ogni provincia vi sia un ospedale di riferimento, con specialità di base e medio livello, e la presenza di alte specialità per un territorio più ampio, costituendo centri hub a livello sovra-aziendale. Questo principio, già intaccato con la presentazione delle schede ospedaliere è stato definitivamente affossato con la Dgr 1630 del 9 settembre che, stralciando il decreto del Direttore generale della Sanità del 13 maggio scorso con cui è stato approvato il piano aziendale dell’Ulss 18 avendone verificata la conformità ai principi del Pssr ed alle linee guida delle schede ospedaliere, declassa definitivamente l’ospedale di Rovigo, che invece di essere hub diviene un ospedale di serie B, e fa retrocedere l’intera sanità polesana”.

Nel dettaglio, l’ospedale di Rovigo perde l’Unità Semplice a valenza Dipartimentale di Emodinamica interventistica, l’Unità Operativa Semplice di Chirurgia Maxillo-facciale, l’Unità Semplice a valenza Dipartimentale di angiologia l’attività di urologia laparoscopica, mentre l’apicalità di neuroradiologia diventa a termine. L’ospedale di Trecenta, invece, che nelle promesse sarebbe dovuto divenire un centro specializzato nella riabilitazione, si vede stralciare l’Unità Semplice a valenza Dipartimentale di radiologia e quella di neuroriabilitazione, anche se viene attivata un’apicalità di recupero e riabilitazione funzionale. A questo si somma poi il la revoca del riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico alla Casa di Cura di Porto Viro, con conseguente grave perdita di servizi nell’area del Delta. “Insomma – sottolinea Azzalin – manovre che hanno impropriamente valenza programmatoria e che contrastano con discusso per mesi ed approvato. Inutile, poi, tenere aperti gli ospedali di notte se la mattina vengono tagliati i servizi non rispettando le indicazioni del Pssr. Zaia può dare la colpa a Roma ladrona, ma queste sono scelte deliberate dalla sua Giunta, fra l’altro proprio nel giorno in cui era assente l’unico assessore polesano”.

Concludendo, Azzalin non lesina una frecciata polemica: “Già tempo fa avevamo adombrato l’ipotesi che il sottodimensionamento di Rovigo fosse propedeutico alla crescita dell’ospedale di Schiavonia, a Monselice, un ospedale costruito con un project financing. Per l’appunto le specialità stralciate all’ospedale di Rovigo sono proprio quelle che, invece, avrà il nuovo ospedale. Bisogna capire, dunque, se dopo tutto quello che ha detto Zaia sulla finanza di progetto, la programmazione segue la strada degli ammortamenti dei cantieri o le esigenze dei territori”.




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