Casa di riposo di Adria: con le falsità, le inesattezze e la superficialità da parte di chi governa non solo non si costruisce il futuro, ma si mette a rischio l’esistente

Inserito il 23 Marzo 2012 in Politica, Sanità, Sociale, Territorio


Serata organizzata dal Pd al Circolo Unione di Adria: non siamo certo contro una nuova struttura, ma non accettiamo che si giochi con il destino di tanti anziani, delle loro famiglie, dei lavoratori della struttura e della stessa città di Adria che ha nel Csa una struttura importante del proprio tessuto sociale

“Il cumulo di bugie che sono state raccontate sulla casa di riposo di Adria non può che preoccuparci, perché non siamo certo contro una nuova struttura, anzi, però con le falsità si può fare propaganda ma non si costruisce il futuro e qui in gioco c’è il destino di tanti anziani, delle loro famiglie, dei lavoratori della struttura e della stessa città di Adria che ha nel Csa una struttura importante del proprio tessuto sociale”. Un intervento accalorato quello del consigliere regionale Graziano Azzalin ieri sera all’incontro “Il futuro del Centro servizi anziani. Un modello integrato con il territorio”, che si è tenuto al Circolo Unione di Adria, organizzato dal locale circolo del Pd.

La serata è stata aperta da un’approfondita introduzione da parte del segretario comitato comunale del Pd Giorgio Zanellato, che ha riferito anche su quanto avvenuto nell’ultimo Consiglio comunale, “con l’approvazione di una variante urbanistica per un’area di appena 9mila metri quadrati, fuori dal tessuto urbano e sulla quale non vi è ancora nessun progetto”, cui hanno fatto seguito un’accorata relazione di Rossano Destro, componente del consiglio d’amministrazione del Csa che ha ripercorso tutte le tappe della lunga vicenda, dai progetti per l’ampliamento e messa a norma dell’attuale struttura alla richiesta di aumento delle rette, e numerosi interventi del pubblico presente fra i quali anche quello del ex presidente del Csa Roberto Scarparo.

“La superficialità, le inesattezze e le falsità con le quali chi governa sta gestendo questa vicenda – ha incalzato Azzalin – non possono passare sotto silenzio. Anche perché è proprio grazie a simili comportamenti che l’intera classe politica viene screditata agli occhi dei cittadini. Invece è bene che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Lo scaricabarile fra Comune e Regione, dopo le promesse fatte davanti ai giornalisti sono state al centro di un’interrogazione che ho presentato alla Giunta regionale ed alla quale mi è stato risposto testualmente che ‘le questioni relative alla realizzazione di nuovi Centri di Servizio per persone non autosufficienti sono consegnate al contenuto del Piano di Zona. Evidente, quindi, come per l’adozione di qualsivoglia provvedimento legato alla trasformazione dei Centri di Servizio, in particolare quando trattasi di Ipab, sia prioritaria la previsione di un cronoprogramma degli interventi, che parta dalla considerazione sul patrimonio esistente e la relativa utilizzazione, anche per alienazioni di questo, al fine di utilizzare gli eventuali proventi per migliorare l’offerta. A tal fine si precisa che il Piano di Zona della Ulss 19 non riporta alcuna indicazione innovativa in merito al Csa di Adria. Inoltre, come si evince dall’interrogazione, numerose sono state le proposte e le progettualità previste che evidenziano che l’amministrazione dell’Ipab e l’amministrazione comunale non hanno trovato una sintesi condivisa circa il futuro del Centro di Servizi. Infine nel ribadire l’esigenza di fornire a tutte le persone anziane, e non solo della città di Adria, adeguata assistenza, si ribadisce che alle Regioni spetta il compito dì programmazione e non di iniziativa che è di competenza della amministrazione dell’Ipab’. Penso non servano commenti”.

Azzalin ha poi posto alcune domande: “Dove sono dunque i progetti della nuova casa di riposo? Con quali soldi verrà realizzata la nuova struttura promessa, visto che la Regione si limita a prestare 5 milioni di euro attraverso il fondo di rotazione e che, proprio con il bilancio approvato in queste ore, ha tagliato drasticamente i fondi per il sociale? E se anche si reperissero fondi privati attraverso un project financing, che la stessa Regione sta abbandonando perché troppo squilibrati verso il privato e onerosi per il pubblico, come si garantirebbe il funzionamento del Csa negli anni necessari a realizzare la nuova struttura? Quali sarebbero i rincari delle rette? E quali i disagi per ospiti e lavoratori? Tutte domande ancora senza risposta, nonostante Mainardi avesse annunciato in pompa magna in una conferenza stampa insieme all’assessore Sernagiotto che entro fine 2011 sarebbe stata posata la prima pietra della nuova casa di riposo che sarebbe stata inaugurata entro il 2013. Tutte bugie, come sono bugie quelle sulla tangenziale che, è bene sgombrare il campo da ulteriori falsità, non verrà realizzata visto che con il bilancio regionale sono stati a malapena garantiti a Veneto Strade i soldi necessari all’ordinaria amministrazione e non c’è un euro per le nuove opere. Questa è la verità che chi amministra, ad Adria come a Venezia, non ha il coraggio di dire, ma è messa nero su bianco dagli atti ufficiali”.

Clicca qui per leggere il testo dell’interrogazione e la risposta della Giunta




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