Senza l’attivazione delle strutture intermedie il Piano socio sanitario non sta in piedi

Inserito il 1 Febbraio 2014 in Bilancio, Sanità, Sociale, Territorio


Insieme al vicepresidente della commissione Sanità Claudio Sinigaglia all'incontro pubblico “La salute un diritto per tutti? Come le schede ospedaliere e del territorio cambiano i servizi” che si è tenuto a Trecenta: “In Regione sembra regnare la confusione decisionale”

“Il taglio dei posti letto ospedalieri già avvenuto e l’attivazione delle strutture intermedie ancora da pensare: la sanità veneta è in mezzo al guado e, proprio per cercare di capire quale potrà essere l’approdo finale ed al tempo stesso cercare di indirizzare il timone della Regione attraverso le insidie della corrente della riduzione dei fondi su rotte che non penalizzino ulteriormente il Polesine, il gruppo regionale del Pd in collaborazione con il circolo di Trecenta ha organizzato questo importante momento di confronto che fa emergere come la nostra terra non sia disposta ad accettare ulteriori sperequazioni in silenzio”. Il consigliere regionale Graziano Azzalin tira così le somme del partecipato incontro pubblico “La salute un diritto per tutti? Come le schede ospedaliere e del territorio cambiano i servizi” che si è tenuto questa mattina all’ospedale San Luca di Trecenta e che, moderato dalla coordinatrice del locale circolo Pd Laura Antoniazzi, dopo il saluto del sindaco Antonio Laruccia, ha visto intervenire il vicepresidente della commissione Sanità Claudio Sinigaglia, il responsabile Servizio qualità e organizzazione delle strutture ospedaliere complesse dell’Ulss 18 Paolo De Pieri, il presidente della conferenza dei sindaci Antonio Bombonato, la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili, l’onorevole Diego Crivellari ed il consigliere regionale Graziano Azzalin, oltre a numerosi fra i tanti medici, amministratori e cittadini presenti.

“Il mantenimento del modello integrato socio-sanitario, l’articolazione degli ospedali in hub e spoke e la decisione di specializzarne alcuni, come quello di Trecenta, che è stato caratterizzato con le specificità della lungodegenza e della riabilitazione – ha spiegato Sinigaglia nella sua approfondita relazione – sono scelte condivise dal Pd. Quello che non ci piace, oltre al giocare con i numeri per mascherare la reale entità dei tagli ai posti letto, che è un aspetto importante ma non il cuore del problema, è il ritardo nell’attivazione delle strutture intermedie, senza le quali l’intero Piano socio-sanitario non sta più in piedi. Sulla carta abbiamo ottenuto molto, ma ora si tratta di vedere i principi tradotti in realtà e, per questo, servono investimenti e non la semplice indicazione in una tabella, per esempio, di 69 nuovi posti letto in strutture intermedie da attivare nell’Ulss 18”.

“La sanità locale – ha detto l’onorevole Crivellari, che ha preannunciato anche una futura visita in Polesine del sottosegretario alla Sanità Paolo Fadda – non può certo essere in grado di vincere le sfide che ha davanti se l’unica medicina che viene somministrata sono i tagli: è necessario rimodulare i servizi spendendo meglio le risorse a disposizione e declinare concretamente sul territorio il principio dell’universalità del diritto alla salute di tutti i cittadini”.

“Un dato che dobbiamo tenere in considerazione – ha evidenziato Azzalin – è quello indicato dall’Istat e che vede crescere esponenzialmente il numero di persone che rinunciano a curarsi per motivi economici. E’ a loro che deve guardare in primo luogo una riforma giusta, che sia ancorata alle esigenze ed alle caratteristiche del territorio. Dal punto di vista amministrativo in Regione sembra regnale la confusione decisionale, come testimoniano la bocciatura del bilancio da parte della commissione Sanità e l’ipotesi del taglio dei Sert. Come Pd siamo pronti anche a sostenere anche scelte decise, ma non ad assistere in silenzio di fronte alla graduale demolizione della sanità veneta. Non facciamo certo battaglie di retroguardia e, per esempio, siamo pronti a sostenere la creazione di un’Ulss unica del Polesine, perché rientra nell’ottica di razionalizzazioni burocratico-amministrative in atto ad ogni livello, dalla scelta di abolire il Senato alle aggregazioni funzionali territoriali. Quello che, invece, ci vedrà pronti a fare le barricate sarà l’eventuale sacrificio di servizi o lo svilimento di alcuni territori, unicamente per difendere alcune rendite di posizione o interessi clientelari”.




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