Sanità, se si vuole deospedalizzare servono investimenti sul territorio

Inserito il 29 Maggio 2013 in Bilancio, Lavoro, Opere pubbliche, Politica, Sanità, Sociale, Territorio


“L'accusa che il presidente del consiglio regionale Ruffato ha fatto alla Giunta, di disattendere gli indirizzi decisi dal consiglio è gravissima: la verifica richiesta sullo stato di attuazione del Piano socio-sanitario deve andare a fondo. Se i medici si sono messi di traverso, occorre capire le loro ragioni, per territorialesuperare uno stallo deleterio”

Se sul taglio dei posti letti la Giunta, o chi per essa, sembra voler procedere spedita, non si nota la stessa tempestività per quanto riguarda il necessario bilanciamento della deospedalizzazione, ovvero l’assistenza territoriale. E l’accusa che il presidente del consiglio regionale Ruffato ha fatto alla Giunta, di disattendere gli indirizzi decisi dal consiglio è gravissima: la verifica richiesta sullo stato di attuazione del Piano socio-sanitario deve andare a fondo”. A mettere il dito nella piaga all’indomani dell’audizione con il coordinamento regionale del Cupla, è il consigliere regionale Graziano Azzalin, che nota come “il Piano socio-sanitario va troppo piano, ma le linee che traccia devono essere seguite, perché nascono dalla condivisione in consiglio devono ora essere tradotte in concreto e modulati sulla realtà: se si vuole deospedalizzare servono investimenti sul territorio”.

“Quella che era stata presentata come una nuova frontiera ed una nuova scommessa – aggiunge l’esponente democratico – ovvero il potenziamento extraospedaliero e territoriale, con il conseguente spostamento dell’asse assistenziale dall’ospedale al territorio, sembra oggi quasi una chimera. La riorganizzazione della medicina integrata e di gruppo, cardine del Pssr deve essere supportata da un processo di condivisione e concertazione. Ed il rapporto con i medici di base è imprescindibile. Per questo è preoccupante quanto sta avvenendo in questi giorni, con la trattativa per il riordino delle cure primarie che ha visto i sindacati accusare Mantoan di bloccare le delibere, di non dar seguito a quanto previsto e di scavalcare l’assessore. Zaia, dal canto suo, esplicitamente chiamato in causa, continua a fare vuote promesse, ma proprio oggi ha candidamente ammesso che la Lega alle elezioni è stata punita proprio a causa della sua demagogia. Senza entrare nel merito delle contestazioni e delle responsabilità, questo stallo rischia di essere deleterio”.

Concludendo, Azzalin, nota che “il Pssr, come ha ribadito più volte lo stesso Mantoan, sta in piedi solo se c’è uno sviluppo dell’organizzazione territoriale che ha come perno il medico di medicina generale e la medicina di gruppo integrata deve avere standard comuni e condivisi. Ma se i medici si sono messi di traverso, occorre andare a fondo alle loro ragioni, per capire come si possa superare una empasse che rischia di lasciare lettera morta tutto quanto dichiarato in questi anni da chi dovrebbe governare il Veneto. Ovviamente anche da parte dei medici, è necessaria un’assunzione di responsabilità ed uno scarto in avanti nel nome del bene comune. Le rassicurazioni che continuano ad arrivare ad ogni nuovo rinvio, sono poco convincenti. Senza assistenza territoriale non si toccano gli ospedali. Forse, quindi, questo è solo un alibi per mascherare l’incapacità di far sintesi fra le varie anime che si agitano all’interno della maggioranza e di dare attuazione al Pssr”.




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