Scuola, centralità dell’allievo come cittadino

Inserito il 14 Dicembre 2011 in Politica, Scuola, Territorio


I consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e Roberto Fasoli a un incontro pubblico insieme al responsabile provinciale Scuola del Pd di Rovigo: “Dopo i tagli bisogna rimboccarsi le maniche: la scuola resta lo strumento principale per garantire la libertà personale. Va superato il concetto di scuola come preparazione al mondo del lavoro e quello di conoscenze nel nome delle competenze. Ma per poter far questo, il Pd deve essere in grado di superare anche alcuni tabù”

“Un grande Paese merita una scuola migliore”, questa il tema dell’incontro che si è tenuto a Badia Polesine, organizzato dal locale circolo del Pd con la collaborazione del responsabile provinciale Scuola del partito, Alberto Simi. Il dibattito, che si proponeva di sviscerare le proposte programmatiche del Pd “dopo gli esiti drammatici dei tagli indiscriminati della riforma Gelmini”, moderato dal coordinatore del circolo badiese Manuel Berengan, ha visto la presenza del presidente provinciale del partito Gabriele Frigato e la partecipazione dei consiglieri regionali Graziano Azzalin e Roberto Fasoli, vicepresidente della commissione regionale Istruzione e assistenza scolastica.

Alberto Simi ha tracciato un quadro della situazione del mondo scolastico “flagellato dal taglio di 8 miliardi di euro e che ha registrato lo smantellamento di quella che era a tutti gli effetti un’eccellenza, ovvero il sistema della scuola primaria. Ora ci troviamo con classi sovraffollate, le cosiddette ‘classi pollaio’, con migliaia di bambini e bambine senza scuola dell’infanzia e studenti con disabilità senza sostegno. Senza contare, poi, l’abolizione del tempo pieno con le compresenze e riduzione delle ore di lezione per ogni ordine di scuola. E tutto questo sia sulle spalle degli studenti, che su quelle di chi nel mondo della scuola ci lavora e che fa i conti con condizioni sempre più difficili e con contratti sempre più precari. Bisogna impegnarsi per la stabilizzazione, operazione a costo zero perché lo Stato paga già le ferie non godute e la disoccupazione”.

A Roberto Fasoli è toccato il compito di esplicare a proposta programmatica del Pd, “impegnato a difendere il diritto universale all’istruzione ed a rendere il sistema scolastico italiano più efficace e più equo”: “Bisogna partire da una serie di considerazioni – ha spiegato. La prima è che indubbiamente la scuola dovrà fare i conti con minori risorse e che dovrà essere una ‘scuola in tempo di guerra’. La seconda è che la scuola resta lo strumento principale per garantire la libertà personale. Scuola che va intesa in senso lato, come long life learning, in un’ottica di sistema formativo integrato che riconosca pari dignità a tutte le varie declinazioni dell’istruzione. Superando il concetto della scuola come preparazione al mondo del lavoro, ma ponendo la centralità sull’allievo come cittadino a cui devono essere fornite non tanto conoscenze quanto competenze. Ma per poter far questo, il Pd deve essere in grado di superare anche alcuni tabù”

Azzalin ha sottolineato l’importanza di “innovazione e conoscenza, fondamentali per il futuro di un Paese. La scelta di non investire su questi due pilastri, non solo dal punto di vista economico quanto da quello della considerazione e della programmazione, significa non dare prospettive al nostro Paese. Seminare oggi vuol dire raccogliere domani”.




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