Schede ospedaliere, nulla per cui esultare: c’è solo stata una lieve riduzione a tagli pesanti

Inserito il 27 Settembre 2013 in Bilancio, Sanità, Sociale, Territorio


La specificità del Polesine è rimasta solo sulla carta, l’ospedale di Rovigo è stato catalogato come un hub di serie B e l’ospedale di Porto Viro privato del riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico a beneficio della Casa di cura di Abano per nessuna altra ragione che non un mero calcolo politico

“La generale soddisfazione che si è respirata alla fine della seduta fiume della V commissione, approdata all’alba all’approvazione delle schede ospedaliere, non deve far dimenticare che al momento si sono ridotti dei tagli previsti dalla Giunta e non aggiunti servizi alla sanità del Veneto, altrimenti tutta la prospettiva è falsata”. Una voce in controtendenza, quella del consigliere regionale Graziano Azzalin che sottolinea in particolare come “anche in Polesine l’effetto dei tagli è stato leggermente attenuato, ma nel complesso la dotazione complessiva non ne esce certo rafforzata, anzi. E quanto stabilito nel Pssr riguardo alla specificità del Polesine è rimasto solo sulla carta: chi canta vittoria per il mantenimento delle due Ulss forse non si è accorto che nessuna Ulss è stata cancellata, visto che le schede si occupavano unicamente delle dotazioni di reparti, primariati e posti letto degli ospedali e forse non si è accorto nemmeno che l’ospedale di Porto Viro è stato privato del riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico a beneficio della Casa di Cura di Abano per nessuna altra ragione che non un mero calcolo politico e che nei fatti l’ospedale di Rovigo è stato catalogato come un hub di serie B. E la cartina di tornasole sarà l’allocazione delle risorse”.

Secondo il consigliere del Pd, infatti, “l’ospedale di Rovigo ha subito tagli ben più pesanti rispetto ad altri ospedali di riferimento provinciale ed anche le specialità attivate fanno sì che si possa parlare di una catalogazione come hub di serie B, in spregio a quanto affermato nel Pssr. E non è un caso che, nel corso della seduta, dal direttore generale Mantoan al presidente della commissione Leonardo Padrin, in tanti abbiano parlato di 5 hub provinciali. A meno che la provincia di Rovigo non sia stata già cancellata insieme a quella di Belluno, mi risulta che in Veneto le province siano 7. Ma forse mi difettano le abilità matematiche, visto che non mi torna nemmeno il calcolo che ha fatto qualcuno che ha detto che l’ospedale di Adria è stato potenziato, mentre a me risulta che i 216 posti letto ed i 17 primariati, diventeranno 178 e 13”.

“Particolarmente grave – aggiunge Azzalin – è tuttavia quello che è accaduto alla Casa di cura di Porto Viro che si è vista disconoscere il ruolo di presidio ospedaliero pubblico che ricopriva dal 1987 in virtù della sua ubicazione e per il ruolo insostituibile che svolgeva sul territorio di pronto soccorso e terapia intensiva. Il fatto che si tratti di una struttura fondamentale è stata confermata dalla concessione dell’attività trasfusionale in coordinamento con l’ospedale di Rovigo. In più, sono stati attivati 5 posti letto in più per la riabilitazione neurologica, spostandoli da medicina generale. Il futuro della struttura che copre la domanda di un’area di oltre 650 chilometri quadrati, oltre ai fabbisogni della stagione turistica balneare e le continue urgenza provocate dall’alta incidentalità della Romea. Dal momento che l’emendamento che ho presentato, sostenuto anche dal collega Corazzari, è stato bocciato senza alcuna motivazione tecnica, che non sarebbe stata sostenibile né sul piano quantitativo che qualitativo, non resta da pensare che le motivazioni siano di tipo ‘politico’, visto anche che fra le tre case di cura riconosciute presidi ospedalieri pubblici è entrata ex novo quella di Abano con la motivazione che eroga prestazioni ad alto contenuto professionale e tecnologico. Esattamente come quella di Porto Viro, attiva dal 1955. A questo punto, visto che l’assessore polesano Isi Coppola non era presente alla seduta, ci auguriamo che possa far valere tutto il proprio peso politico per far correggere dalla Giunta questa stortura Ne va del futuro non solo di Porto Viro di cui, come ha sottolineato il sindaco Gennari qualche giorno fa, è la cittadina ‘più illustre’, ma dell’intera offerta di servizi del basso Polesine. Sono certo che per l’assessore che rappresenta il Polesine sarà possibile far valere le ragioni della nostra terra ed ottenere nuovamente il riconoscimento che la Giunta e la commissione hanno sottratto e che non comporta oneri aggiuntivi per la Regione, visto che si traduce sostanzialmente in sgravi di natura fiscale”.

Riepilogando l’esito delle modifiche apportate in V commissione che interessano l’Ulls 18 e 19, Azzalin sottolinea “l’esito positivo della battaglia per cancellare il dimezzamento da 4 a 2 dei posti letto di terapia intensiva all’ospedale di Trecenta, grazie all’azione congiunta di due emendamenti presentati da me e dal collega Corazzari. Bocciata, invece, la richiesta di aumento di posti letto per la riabilitazione neurologica, pensata nell’ottica della specializzazione. Per quanto riguarda l’ospedale di Rovigo, invece dell’unità complessa di diabetologia che avevamo richiesto, siamo comunque riusciti ad ottenere un’unità dipartimentale semplice, così come per la chirurgia vascolare. Da segnalare, poi, alcuni spostamenti ‘tecnici’: alla Casa di cura di Rovigo, dove è stata aumentata la dotazione di posti letto per riabilitazione di 10 unità a fronte di un’analoga riduzione dei posti per la lungodegenza, alla Casa di Cura di Santa Maria Maddalena, con 4 posti in più per la chirurgia generale e 4 in meno per i day surgery; all’ospedale di Adria 5 posti in più per la riabilitazione e 5 in meno per la medicina generale”.
“Adesso che si è chiusa la partita delle schede – conclude Azzalin – si apre il capitolo dei posti letto negli ospedali di comunità: lì non ci saranno più alibi e si capirà se davvero la Giunta ha deciso di declassare del tutto la Provincia di Rovigo o garantire anche ai cittadini polesani parità di accesso ai servizi sanitari”.

 




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