Sanità, incontro ad Adria: “Senza le schede di dotazione territoriale ad oggi possiamo solo parlare di tagli ai posti letto ed ai primariati”

Inserito il 1 Ottobre 2013 in Bilancio, Sanità, Sociale, Territorio


Insieme al vicepresidente della V commissione regionale Claudio Sinigaglia all'incontro “Schede ospedaliere: come cambia il sistema socio-sanitario nel basso Polesine” che si è tenuto ad Adria: “Disatteso il Pssr”

“La mancata presentazione delle schede di dotazione territoriale, che come Pd avevamo richiesto fosse contestuale a quella delle schede ospedaliere non consente di esprimere un giudizio definitivo su quella che dovrebbe essere l’attuazione del Piano socio-sanitario, approvato da più di un anno e ancora bloccato da giochi politici: senza sapere quanti e quali saranno i posti letto nelle strutture intermedie oggi possiamo solo parlare di tagli ai posti letto ospedalieri ed ai primariati”. E’ un giudizio critico quello espresso dal vicepresidente della commissione regionale Sanità Claudio Sinigaglia, che ha provato a rispondere alla domanda “Schede ospedaliere: come cambia il sistema socio-sanitario nel basso Polesine”, titolo dell’incontro-dibattito che si è tenuto ieri sera ad Adria, nella sala dell’ex istituto Canossiane, organizzato dal gruppo regionale del Pd e dal circolo cittadino.

Moderati dal segretario del circolo adriese del Pd Cladio Monti e di fronte ad un pubblico numeroso e partecipe, composto in larga parte da medici ed operatori del settore, sono intervenuti, oltre a Sinigaglia, la presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili, che, definendosi felicemente sorpresa di vedere la sala piena, da medico è entrata nello specifico di alcuni aspetti tecnici ed ha evidenziato l’importanza dell’assistenza territoriale, la presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 19 Marina Bovolenta, che ha ricordato come la peculiarità della sanità veneta sia l’integrazione socio-sanitaria e che, per questo, il settore intermedio sia nei fatti il vero cardine della condivisibile riforma prevista dal Pssr, il consigliere regionale Graziano Azzalin e l’onorevole Diego Crivellari, che ha concluso la serata di discussione dopo le numerose domande dei presenti.

Nella sua articolata relazione, il vicepresidente della V commissione regionale ha spiegato punto per punto le riduzioni avvenute all’ospedale di Adria, con i 216 posti letto scesi a 178 ed i 17 primariati ridotti a 13, ed all’ospedale di Porto Viro, che ha perso il riconoscimento di presidio ospedaliero pubblico, che provoca la perdita di significativi sgravi fiscali, ma ha in compenso ottenuto, come tutte le case di cura, la possibilità di attivare un 15% di posti letto aggiuntivi per i pazienti fuori regione. “Il principio della riduzione dei posti letto per acuti – ha spiegato Sinigaglia – si doveva sposare con l’attivazione di un numero maggiore di posti letto nei cosiddetti ospedali di comunità. Ad oggi abbiamo solo i tagli e, se non si provvede alla riorganizzazione della medicina territoriale, in grado di offrire risposte appropriate, i principi contenuti nel Pssr verranno completamente disattesi. Già ora si può comunque dire che anche nei tagli vi è stata una disparità di trattamento, basta guardare a quello che è accaduto in territorio come il veronese o il trevigiano”.

“La provincia di Rovigo è stata fortemente colpita dai tagli – ha sottolineato Azzalin – e paga un prezzo maggiore rispetto agli altri territori, ma il vero tema non sono i posti letto per acuti, bensì quello dei posti letto nelle strutture intermedie: una maggiore appropriatezza delle prestazioni può passare anche dalla deospedalizzazione, ma solo se a questa fa riscontro l’attivazione di degli ospedali di comunità che, invece, al momento sono solo sulla carta. Anche dal punto di vista amministrativo il mantenimento delle due Ulss non deve andare a scapito della sostenibilità dell’offerta di servizi al cittadino, ma prima bisogna capire se davvero quello che è stato scritto nel Pssr sarà applicato o no. Fra l’altro qualche mese fa Zaia si guadagnava le pagine dei giornali annunciando un giro di vite sul numero delle Ulss e dicendo che ne bastavano sette, la settimana scorsa con una piroetta ha detto che le Ulss non si toccano: si metta d’accordo con se stesso, perché questo modo di procedere a strappi e slogan in sanità è quanto di più deleterio possa esserci”.




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