Parco del Delta del Po, quando si deciderà la Regione a percorrere la strada dell’interregionalità?

Inserito il 17 Settembre 2014 in Agricoltura, Ambiente, Territorio


In Consiglio regionale botta e risposta sul Parco del Delta. Sul riconoscimento Mab Unesco Manzato accusa di fare disinformazione ma poi ammette che il rinvio c'è stato ed è avvenuto anche per i rilievi sulla governance: un ente terzo ha ribadito che è una follia gestire in modo separato un'area unica

In consiglio regionale è tornato sul tavolo il tema del Parco del Delta del Po, in quanto è stata data risposta all’interrogazione presentata il 19 giugno dal consigliere regionale Graziano Azzalin, nella quale si chiedeva “cosa ancora bisogna aspettare dopo la bocciatura dell’Unesco, perché la Regione si occupi di risolvere i problemi gestionali del Parco del Delta del Po ed offrire una prospettiva di sviluppo attraverso l’interregionalità?”. L’assessore Manzato ha parlato di “campagna denigratoria e di disinfomazione”, in quanto “la candidatura a Riserva di Biosfera dell’area del Parco del Delta del Po, nonostante l’evidente disinformazione e faziosità operata andrà avanti”. Tuttavia, lo stesso assessore ha ammesso che l’International Advisory Committee for Biosphere Reserves (Iacbr) di Parigi, chiamato ad esprimere valutazioni tecniche e raccomandazioni sull’iscrizione, ha raccomandato il rinvio della candidatura evidenziando come prima motivazione “la poca chiarezza sullo status e gestione dell’area”. Nonostante questo, l’assessore ha parlato di “faziosità” ed ha enumerato le ulteriori tappe per il riconoscimento.

“Si continua a guardare il dito e non la luna – ha replicato Azzalin dicendosi non soddisfatto dalla risposta – Il problema è politico e non tecnico e non è certo nel riconoscimento Mab Unesco, per il quale ovviamente tutti sono pronti a dare il massimo del proprio contributo. La mia, infatti, non è stata una polemica sterile, né tanto meno disinformazione perché, anche se si voleva far passare tutto sotto silenzio, il rinvio da parte degli organismi giudicanti è un fatto oggettivo e non smentibile, come ammesso anche dallo stesso assessore. Così come è un fatto oggettivo che il principale rilievo mosso riguardi il governo dell’area: un ente terzo fuori dalle logiche politiche e di corto respiro, che non può essere accusabile di fare interessi di questa o quell’altra parte, ha sottolineato come sia una follia perseverare nel gestire in modo parcellizzato con due enti diversi un’area che invece deve essere sviluppata e valorizzata con una governance unitaria. Che ci sia qualcosa nella legge in gestazione di riforma dei parchi non mi rassicura affatto. Anche nelle leggi istitutive dei due Parchi dell’Emilia Romagna e del Veneto, dell’88 e del’97, contengono questa indicazione, eppure ancora il Parco interregionale è lettera morta”.

“Siamo di fronte ad una politica miope – ha concluso Azzalin – perché si vuole perseverare nel difendere delle piccole rendite di posizione. Tuttavia, è bene sapere che all’orizzonte c’è qualcosa di ben diverso, ovvero la possibilità che venga istituito in tale area un parco Nazionale. Questo sì che sarebbe un problema per la Regione e per gli enti territoriali, perché si sottrarrebbe il governo dell’area del Parco alla gestione locale. E questo sarebbe la conferma di un fallimento delle Regioni nel governo del territorio, ma soprattutto uno schiaffo a chi a parole parla di autonomia del Veneto e di federalismo e poi si dimostra incapace di amministrare il territorio e, in particolare, una parte di territorio che molti ci invidiano e che rappresenta un’opportunità vera non solo per quell’area ma per l’intero Paese”.




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