Parchi, confronto fra le tre proposte di legge presentate da Giunta, Pd e sindaci del Parco Colli

Inserito il 10 Giugno 2013 in Agricoltura, Ambiente, Bonifica, Politica, Territorio, Turismo, Urbanistica


Quale futuro normativo dare al tema delle aree protette? Questo l’interrogativo al quale ha provato a dare una prima indicazione il convegno “La riforma dei Parchi” organizzato a Palazzo Ferro Fini dal presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, che ha messo sul tavolo le tre proposte di legge che presto saranno presto al vaglio delle commissioni consiliari, quella proposta dalla Giunta e illustrata dall’assessore Franco Manzato, quella relativa alla legge istitutiva del Parco Colli, illustrata dal sindaco di Arquà Petrarca Luca Callegaro, e quella del Partito democratico, da me presentata.

Quale futuro normativo dare al tema delle aree protette? Questo l’interrogativo al quale ha provato a dare una prima indicazione il convegno “La riforma dei Parchi” organizzato a Palazzo Ferro Fini dal presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato, che ha messo sul tavolo le tre proposte di legge che presto saranno presto al vaglio delle commissioni consiliari, quella proposta dalla Giunta e illustrata dall’assessore Franco Manzato, quella relativa alla legge istitutiva del Parco Colli, illustrata dal sindaco di Arquà Petrarca Luca Callegaro, e quella del Partito democratico, illustrata dal vicepresidente della commissione Agricoltura Graziano Azzalin.

“La nostra proposta – ha spiegato Manzato – nasce da un’esigenza di riordino degli enti intermedi che tenga in debita considerazione gli aspetti del risparmio, così come richiesto dall’articolo 10 della Legge finanziaria approvata dal Consiglio, anche attraverso la figura di un direttore unico per tutti gli enti parco. Dal punto di vista delle funzioni, crediamo che gli Enti parco debbano averne sono in materia naturalistica e non di tipo urbanistico”.

“Non espropriateci del controllo del territorio – è stata l’invocazione di Callegaro – La nostra ‘controproposta’ nasce per evitare che, come contenuto nel testo della Giunta, una governance regionale tagli fuori dalla gestione dal processo decisionale le amministrazioni comunale”.

Dopo un doveroso “plauso a tutte le forze politiche che hanno voluto dare il giusto rilevo con questo importante momento di confronto aperto a tutti i contributi”, Azzalin ha evidenziato come il progetto di legge del Pd “nasce da premesse opposte a quelle della Giunta, ovvero che la tutela e la valorizzazione del territorio siano un investimento e non un costo. Per questo, il fatto che si parta dalla riduzione di spesa, tema indubbiamente importante, porta tuttavia a dubitare della reale portata riformatrice su un tema che riguarda oltre il 22% del territorio regionale. Il cuore della nostra proposta sta nello snellimento della burocrazia e nel superamento delle sovrapposizioni di competenze ed attribuzioni, dando ai sindaci il ruolo di protagonisti della gestione, responsabilizzando le comunità locali e le loro rappresentanze e superando i conflitti che spesso si sono generati tra enti parco, enti locali e cittadini e dare alla Regione il compito di indirizzo e controllo che le compete. Dal punto di vista pianificatorio, riteniamo importante non scindere l’aspetto naturalistico da quello paesaggistico. Perché tutelare il paesaggio non vuol dire affatto ingessarlo, ma anzi intervenire attivamente. Si pensi al Delta del Po che, senza l’intervento antropico, non esisterebbe nemmeno. Proprio per questo i protagonisti del territorio, dai consorzi di bonifica agli agricoltori, non possono essere ingabbiati in vincoli che finiscono per andare a detrimento stesso delle aree protette. Sia dal punto di vista culturale che pratico”.

“Occorre approfittare di questo periodo di crisi – ha aggiunto il consigliere del Pd – per ripensare anche il modello di sviluppo seguito fino ad oggi, caratterizzato dalla spesso artificiosa antinomia fra sviluppo e occupazione da una parte e ambiente e tutela dall’altra. E’ oggi universalmente riconosciuto che il consumo di suolo ha portato più danni che benefici e che, vista la sua irreversibilità, quella non è più una strada possibile da seguire. Il territorio è e può essere fonte di opportunità reali, a patto che si individuino risposte innovative che guardino al futuro secondo i concetti della sostenibilità. Le aree protette, i parchi, devono dunque essere considerati un investimento, culturale, ambientale, ma anche e soprattutto economico, considerando tra l’altro che le uniche risorse europee, i fondi strutturali, saranno destinati principalmente all’ambiente, per non parlare delle modifiche della Pac, che fanno leva proprio su una stretta correlazione tra tutela ambientale e agricoltura. Da qui si capisce che l’ambiente può e deve essere una grande opportunità. Sì dunque alla razionalizzazione ed alla semplificazione, no al non considerare le peculiarità dei territori ed al tarpare le ali ad uno sviluppo sostenibile concertato dal basso”.

A chiudere la mattinata di dibattito, gli interventi del presidente nazionale di Federparchi Giampietro Sammuri, del responsabile Ambiente e territorio di Coldiretti Stefano Masini, del presidente del Parco Colli Gianni Biasetto, del presidente del parco del Delta del Po Geremia Gennari, di un rappresentante di Agrinsieme e del presidente della commissionie regionale Ambiente Nicola Finco.




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