Ospedali aperti di notte? Ennesimo spot, prima si facciano funzionare di giorno

Inserito il 15 Aprile 2013 in Bilancio, Sanità, Territorio


Quella che Zaia ha annunciato come una “rivoluzione culturale” è una pura operazione mediatica: sacrosanto far funzionare di più i macchinari, ma perché una Tac a mezzanotte, quando spesso funzionano mezza giornata? Maldestro tentativo di nascondere l’insuccesso della Giunta sulle liste d’attesa. E poi, si guardi all’appropriatezza delle prestazioni

“L’ennesimo spot di Zaia, la ‘rivoluzione culturale’ della sanità, altro non è che un maldestro tentativo di nascondere uno dei più grandi insuccessi della sua Giunta, ovvero l’abbattimento dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, che in campagna elettorale era stato uno dei cavalli di battaglia della Lega, a quei tempi ancora unita e forte. Il presupposto di far funzionare di più i macchinari per gli esami è sacrosanto, la decisione di aprire gli ospedali di notte è invece un tentativo di guadagnarsi spazio sui giornali senza voler davvero risolvere i problemi”. A passare ai raggi X la proposta lanciata dal presidente della Regione, insieme all’assessore Coletto, è il consigliere del Pd Graziano Azzalin che bolla il tutto come “ennesima operazione mediatica”.

“Innanzitutto – spiega l’esponente democratico – i primi fruitori della diagnostica e dei servizi ambulatoriali sono anziani ed è bene mettere in risalto che, forse, una nonnina ottantenne non ha tanta voglia di andarsi a fare una Tac a mezzanotte. Non solo, ma dire che gli ospedali vanno aperti di notte dimostra una scarsa conoscenza del funzionamento della realtà sanitaria territoriale, dove vi sono macchinari che giacciono inutilizzati anche durante il giorno. Per fare un esempio concreto, all’ospedale San Luca di Trecenta la Tac lavora solo mezza giornata. Forse, sarebbe più utile risolvere il problema di personale che impedisce un servizio giornaliero completo, invece di scimmiottare Maroni riempiendosi la bocca con la parola ‘h24’. Anche a Rovigo diversi macchinari sono sottoutilizzati per mancanza di personale. Piuttosto che impiegare risorse per gli straordinari del lavoro notturno, sarebbe più utile risolvere i problemi di organico esistenti”

“Ma uno dei veri problemi – aggiunge Azzalin – è che il tema delle liste d’attesa è sempre affrontato dal punto di vista dell’offerta e mai della domanda. Gli esami che vengono prescritti sono davvero tutti necessari? E’ stata fatta una ricognizione, valutando seriamente l’aspetto dell’appropriatezza del ricorso agli esami medici e responsabilizzando ulteriormente i medici di base, facendoli interagire maggiormente con le Ulss? Le liste di attesa, infatti, si allungano anche perché vengono prescritti più esami. La ‘gara’ sul numero delle prescrizioni è una deriva pericolosa”.

“Senza entrare nel merito delle fantomatiche ‘risorse aggiuntive’, che non devono essere un’ulteriore sottrazione di risorse al settore pubblico – conclude Azzalin – e di come ancora una volta la Regione imponga ai territori modalità operative vincolanti e non parta invece dalle necessità locali, guardando ai budget prima che all’appropriatezza delle prestazioni, bisogna stigmatizzare la pantomima sul fronte del riequilibrio dei finanziamenti ai privati per la specialistica ambulatoriale: indubbiamente è necessario un riequilibrio graduale ed un’attenzione ai servizi erogati. E lo spettro dei licenziamenti, non può essere un alibi per far retromarcia, visto anche che le strutture pubbliche potrebbero benissimo assorbire gli esuberi. Si mappino le necessità e si proceda di conseguenza”.




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