Indipendenza, una vergognosa buffonata che in un momento come questo non fa ridere

Inserito il 29 Luglio 2013 in Federalismo, Politica, Territorio


Una seduta straordinaria non sui problemi più urgenti dei veneti, ma per dare visibilità a persone in malafede: uno Stato veneto è impossibile a meno che non si voglia scatenare una guerra civile e bruciare la Costituzione, ma di questo ovviamente se ne assumono la responsabilità i promotori di questa brillante iniziativa. Quale lingua? E chi paga?

“Domani il consiglio regionale si riunirà per una seduta straordinaria. I cittadini potrebbero pensare che si tratti di un impegno per risolvere i problemi più urgenti con cui devono fare i conti: occupazione, sanità, trasporti. No, la seduta di domani servirà unicamente per far finire il nostro presidente della Regione ed alcuni azzeccagarbugli sulle pagine dei giornali con una proposta che solo a spiegarla bisognerebbe vergognarsi: l’indipendenza del Veneto”. Toni decisi quelli del consigliere regionale Graziano Azzalin che bolla l’iniziativa degli indipendentisti come “una buffonata provocatoria in un momento in cui nessuno ha voglia di scherzare viste le vere emergenze che i veneti, come gli altri cittadini italiani ed europei si trovano ad affrontare”.

“Che si tratti di una pagliacciata per poter far parlare di sé – aggiunge Azzalin – lo testimonia il fatto che è stata bocciata senza appello dalla stessa commissione di giuristi nominati da Zaia. E non potrebbe essere altrimenti, perché chi conosce le leggi, a cominciare dalla Costituzione, se avalla una simile mostruosità, non può che essere in malafede. Non si tratta di negare i diritti e le rivendicazioni della nostra Regione, in effetti spesso costretta a pagare costi maggiori per problemi altrui, ma non sempre nemmeno al top delle classifiche regionali, si pensi ai fondi Fesr o ai recenti scandali. E, da qui al riempirsi la voce con parole come quelle di Repubblica autonoma del Veneto ce ne corre. Perché non proporre un referendum per chiedere ai veneti se vogliono una settimana composta da sei domeniche? O un referendum per abolire il maltempo ed il raddoppio degli stipendi? Tanto l’esito sarebbe lo stesso. In più, se si parla di un popolo che rivendica la propria autonomia, è lecito pensare che tale popolo abbia una lingua che lo accomuni: è forse il polesano? O il chioggiotto? E il cimbro ed il ladino? Tutte la stessa lingua del veneziano e del padovano?”.

Il consigliere del Pd non lesina accuse anche agli altri firmatari della proposta di legge, “anche a sinistra, dove si trovano anime belle sempre pronte a citare la Costituzione quando si tratta delle proprie iniziative, ma tristemente dimentiche dell’articolo 5 che sancisce che l’Italia è una e indivisibile. Da esponenti politici come il nostro Governatore, che pur avendo giurato sulla Costituzione è sempre pronto ad ignorarne i precetti, dimostrando quale valore abbia il suo giuramento, ci si aspetta un simile comportamento, ma da altri no. Tutta questione di propaganda, ma non solo. Il famoso referendum, infatti, verrebbe a costare dei soldi, così come la creazione di un nuovo Stato, si fa tanto per parlare perché si tratta di un qualcosa di impossibile a meno che non si voglia scatenare una guerra civile e bruciare la Costituzione, ma di questo ovviamente se ne assumono la responsabilità i promotori di questa brillante iniziativa. Da veneto orgogliosamente fiero di esserlo – conclude Azzalin – sono in prima fila nella rivendicazione dei giusti diritti e della necessaria perequazione fiscale, come è nello spirito del federalismo fiscale. Il problema è che, quando è stata al Governo, la Lega ha dimostrato tutta la propria incapacità e proprio il famoso federalismo è nato morto, così ora cerca di far parlare di sé sparandola più grossa possibile”.




Un commento

  1. Michele ha detto:

    Mettiamola così: se un giorno l’indipendenza dovesse essere ottenuta, Lei (ed i suoi compari) sarete sicuramente i primi ad essere scelti per amministrare la nuova realtà ……

    Per il resto, non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire (per di più in malafede, perché è sicuramente a conoscenza di fonti dove viene risposto a tutte le Sue domande in maniera chiara).

    Se domani il PD dichiarasse che l’arancione non esiste, e che è soltanto un giallo sporco, sappiamo già come si comporterebbero i rappresentanti del partito e gli elettori; lo chiamerebbero diversamente giallo per non rischiare di essere guardati in malo modo dai capoccia.

    E dichiara pure di ritenersi un veneto fiero di esserlo …

    Ah, prima che possa arrampicarsi sugli specchi, io non voto Lega …

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