Il Piano Casa non è rispettoso del territorio


Insieme al vicepresidente della commissione Urbanistica Bruno Pigozzo abbiamo stigmatizzato come il Piano Casa ter sia un provvedimento centralista che favorisce l’anarchia urbanistica, in contrasto con i proclami sul consumo di suolo: in commissione si capiranno le reali intenzioni della Giunta

Piano casa e tutela del territorio: così si intitola un convegno che mercoledì 8 dicembre vedrà ad Asolo l’assessore all’Urbanistica arrampicarsi sugli specchi per cercare invano di sostenere che la legge regionale n. 32 del 2013, ovvero la terza versione del Piano Casa, possa essere considerata rispettosa del territorio. Noi siamo sicuri che non lo sia, né dal punto di vista ambientale né da quello istituzionale. Lo dimostra la pioggia di ricorsi da parte dei sindaci”. A sostenerlo sono il vicepresidente della commissione Urbanistica Bruno Pigozzo ed il collega Graziano Azzalin, secondo i quali “il Piano Casa ter è un provvedimento centralista che favorisce l’anarchia urbanistica a scempio del già martoriato territorio veneto e delle amministrazioni comunali, scippate di ogni potere pianificatorio. In tal modo si vaificano tutti gli strumenti di difesa contro possibili operazioni speculative, a danno del patrimonio paesaggistico e dei centri storici. Una ferita grave che, probabilmente, sarà tamponata dall’impugnazione della legge, visti i profili di illegittimità”.

“A rendere tutto ancora più singolare – spiegano i due consiglieri del PD– il fatto che proprio il giorno in cui Zorzato magnificherà le proprietà del Piano Casa, che permette di edificare ovunque, poche ore prima, in Commissione Urbanistica, si apriranno le consultazioni per l’analisi della proposta di legge della Giunta sul ‘contenimento del consumo di suolo’ insieme a quella del Pd di cui siamo primi firmatari. Siamo curiosi di capire come farà Zorzato a conciliare queste contraddizioni. Vogliamo ascoltare cosa diranno i vari interlocutori invitati in audizione rispetto alla cementificazione del Veneto, che in 40 anni ha visto occupata, edificata, urbanizzata e impermeabilizzata un’area di circa 180.000 ettari, pari alla provincia di Rovigo. Sarà il banco di prova per capire se è davvero volontà della Giunta e dello stesso Zorzato voltare pagina riconoscendo finalmente che da una parte la sottrazione di terreno agricolo è stata un errore, sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico-produttivo, dall’altra la stasi del mercato immobiliare e l’esubero di volumetrie sono la dimostrazione palese della saturazione raggiunta”.

Concludendo, Azzalin e Pigozzo sottolineano che “al fallimentare del modello di sviluppo portato avanti in questi anni dal centrodestra è inutile mettere toppe peggiori del buco. Come Pd abbiamo perciò presentato la nostra proposta di legge, ‘Norme per il recupero di suolo all’uso agricolo ed ambientale per lo sviluppo sostenibile del Veneto‘, che si propone non solo di fermare, ma di invertire questa tendenza. I presidenti veneti di Confartigianato Imprese, Confcommercio, Confindustria e Confcooperative hanno recentemente stilato un documento con sei linee di sviluppo per un confronto ‘finalizzato a sostenere il riposizionamento economico del territorio regionale su linee di crescita economica e di coesione sociale caratterizzate da valori e da visioni diverse dal passato’: dare attuazione alla Convenzione Europea del Paesaggio; ridurre a zero il consumo di suolo; riqualificare le superfici già urbanizzate e rivitalizzare i centri storici, maggior controllo in materia di nuovi insediamenti; regolare gli insediamenti da riqualificare nel rispetto ambientale; bloccare le nuove aree produttive e commerciali nelle periferie. La nostra proposta di legge va esattamente in questa direzione. La maggioranza ha il coraggio di seguirci su questa strada?”.




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