Giustizia, la parola al ministro Andrea Orlando

Inserito il 8 Marzo 2015 in Carceri, Politica, Territorio


Confronto pubblico con il ministro della Giustizia Andrea Orlando organizzato dal Pd di Rovigo. Tanti i temi trattati durante il dibattito, tra cui la microcriminalità e i furti nelle abitazioni, il ruolo rieducativo delle carceri e le pene alternative, l'introduzione del processo informatizzato

ROVIGO – “L’Italia è ben al di sopra la media europea per la spesa carceraria ma ha il tasso di recidiva più alta: questo è il segno che il sistema deve essere ripensato dalle fondamenta. Anche per quanto riguarda l’intervento su un fenomeno che è sì cresciuto, la microcriminalità, ma che è stato così amplificato da nascondere i confini ben più inquietanti della macrocrimonalità”. Ha esordito con queste parole il ministro Andrea Orlando intervenendo ieri all’incontro “Legalità, giustizia, sicurezza: il Veneto volti pagina” organizzato a Rovigo dal Partito democratico.

Dopo l’introduzione del responsabile Giustizia del Pd rodigino Gianfranco Munari, che, da avvocato, ha effettuato una panoramica generale della situazione nazionale e locale ed ha consegnato al ministro una copia del giornalino dei carcerati della Casa circondariale di Rovigo, “Codice a sbarre”, è stato il consigliere regionale Graziano Azzalin a focalizzare l’attenzione sul quadro regionale.

“In questo momento di campagna elettorale già aperta – ha sottolineato Azzalin – bisogna essere in grado di separare l’analisi della realtà dalla propaganda che, soprattutto la Lega, utilizzano facendo leva sulle paure dei cittadini. E’ buffo pensare che ogni giorno il presidente della Regione, ovvero colui che ha la responsabilità di governare il Veneto, si diletti nell’elencare furti ed episodi di microcriminalità come in un mattinale delle forze dell’ordine, quasi che lui non abbia alcun ruolo. Fra l’altro, se prendiamo per buone le sue affermazioni sull’emergenza sicurezza, bisognerebbe concludere che lui in cinque anni è stato inutile e, forse, anche per questo è il caso che vada a casa”.

“Non solo – ha aggiunto Azzalin – ma due dei più grandi criminali, che con il patteggiamento hanno ammesso le proprie colpe e che hanno flagellato il Veneto in questi ultimi tempi erano due suoi compagni di governo, Galan e Chisso: solo come parziale risarcimento delle tangenti intascate hanno restituito 4,6 milioni di euro. Di questo sarebbe bene si occupasse il presidente Zaia. Aldilà dei gravissimi episodi di corruzione emersi con il cosiddetto ‘sistema Mose’, che rappresentano la ferita più grave alla giustizia ed alla legalità perché coinvolgono ed infangano le stesse istituzioni che dovrebbero garantire quei principi, la presenza stabile della criminalità organizzata in Veneto è dimostrata con evidenza da numerose indagini. Da qui nasce la volontà e la necessità di dare delle risposte politiche a questo continuo processo e una legge che potesse arginare tali fenomeni rappresentava l’inizio. Nel dicembre 2012 è stata approvata all’unanimità la legge 48, che fa seguito al seminario regionale promosso dal gruppo consiliare del Pd per scrivere in modo condiviso le ‘Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore della prevenzione del crimine organizzato e mafioso, della corruzione nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile’. Un testo importante che, tuttavia resta largamente disatteso. E forse ci sarebbe anche da chiedersi perché”.

Dal canto suo il ministro ha rimarcato la necessità di costruire un “sistema intelligente, che renda davvero effettiva la funzione rieducativa del carcere e che permetta un maggior ricorso alle pene alternative alla detenzione. Il tema delle sanzioni e della repressione deve essere al centro di una riflessione approfondita, ma non può e non deve essere l’unica risposta. Il fenomeno dei furti nella abitazioni, che in questo momento è sentito come una delle maggiori emergenze, deve essere arginato operando su più fronti”.

Orlando ha toccato anche il tema del processo civile: “L’introduzione del processo informatizzato, le novità volte a disincentivare le liti temerarie, i tribunali della famiglia e delle imprese: tutto questo per porre mano in modo deciso all’eccessiva durata dei processi che contribuisce a rendere maggiore il clima di incertezza della pena ed a favorire i più abbienti e chi fa il furbo”. Il ministro ha concluso il suo intervento con una riflessione sulla corruzione: “Il primo antidoto è la partecipazione”.

A chiudere la serata, dopo una lunga carrellata di domande e l’intervento della candidata sindaco di Rovigo Nadia Romeo, l’onorevole Diego Crivellari ha concluso ricordando come “il Polesine ha una sensibilità particolare sul tema della giustizia. ‘La recidiva’ è proprio il titolo del primo libro di Giacomo Matteotti, uno dei figli più illustri della nostra terra”.




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