E’ necessario valutare seriamente l’unificazione delle due Ulss polesane


Al convegno organizzato dalla Cgil, “Pssr, le ricadute sulla sanità in Polesine”, ho sottolineato la necessità di governare il cambiamento ponendo al centro i principi di pari dignità e di equità. Chiudere Trecenta sarebbe uno spreco, su Porto Viro un triste teatrino

 

“Le battaglie di retroguardia che mirano a mantenere tutto inalterato sono perdenti, perché alla fine sono altri a decidere al nostro posto, come è avvenuto per le Province:. In quest’ottica è necessario iniziare a valutare seriamente la possibilità dell’unificazione delle due Ulss polesane: raccolgo e rilancio la proposta della Cgil di un tavolo, che si occupi anche di questo”. Così il consigliere regionale Graziano Azzalin è intervenuto ieri al convegno organizzato dalla Cgil di Rovigo “Pssr, le ricadute sulla sanità in Polesine”, al quale hanno preso parte anche l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, l’assessore polesano Isi Coppola, il consigliere della Lega Cristiano Corazzari, il direttore generale dell’Ulss 18 Adriano Marcolongo, il presidente dell’ordine dei medici di Rovigo Francesco Noce ed il segretario provinciale della Cgil Fulvio Dal Zio. Daniela Arzenton, segretaria Spi-Cgil, ha aperto il dibattito, che è entrato nel vivo con la lunga ed articolata relazione di Davide Benazzo, responsabile Sanità della Fp-Cgil.

“Teoricamente – ha esordito Azzalin – dovremmo essere salvaguardati dal Pssr, in realtà è giusto essere preoccupati, perché il piano fissava punti chiari, ma il governo, con il provvedimento sulla spending review, indica degli standard che rischiano di stravolgere quei principi, obbligando le Regioni ad ulteriori tagli e ridimensionamenti dei servizi, ad iniziare dalla rete ospedaliera, che non sarà più così come la conosciamo. È bene esserne consapevoli e far discendere da qui le iniziative, non tanto per contrastare, che sarebbero perdenti, ma per governare la trasformazione, partendo dal piano approvato, da una seria programmazione e dal concetto di pari dignità che questo territorio deve avere. Il punto è di far sì che non si compromettano i livelli raggiunti, a fronte di risorse limitate: dobbiamo spendere meglio ciò che abbiamo, eliminando sprechi e doppioni, prodotti anche, va ricordato, dall’assenza di programmazione che ha caratterizzato il sistema regionale, determinando squilibri tra aree ed eccessi di offerta. Il regolamento sulla spending review, dice chiaramente che bisogna operare per aree omogenee e che ‘la variabilità dei bacini d’utenza tiene conto dei tempi di percorrenza dei cittadini e le Regioni dovranno utilizzare i bacini minimi in presenza di territori a bassa densità abitativa e quelli massimi in caso opposto’. Chiudendo le alte specialità presenti a Rovigo o l’ospedale di Trecenta non si rispetterebbero dunque i principi del Pssr e della spending review, oltre a non risolvere i problemi della sanità veneta”.

“Guardiamo anche i dati usciti recentemente sull’utilizzo dei macchinari: il loro impiego è un quinto rispetto alla media europea. Ebbene, solo adesso ci accorgiamo di questo? Su che basi sono state rilasciate le autorizzazioni? E quali i criteri per i convenzionamenti? Pur essendo un dato evidente e noto, però, con le liste d’attesa che si allungano, si tralascia perché per risparmiare e stare nei livelli di spesa indicati è forse meglio che lavorino poco? Non dobbiamo nasconderci: il rapporto fra pubblico e privato va cambiato. La logica deve essere quella della complementarietà delle prestazione erogate, sulla base di parametri chiari e regole certe. La riorganizzazione va fatta con equilibrio, sapendo che nelle strutture sanitarie private, tra l’altro, lavorano centinaia di persone e ci sono professionalità e competenze. Non è pensabile assistere a tristi teatrini come quello della vicenda dei finanziamenti per la casa di cura di Porto Viro, con lotte di potere, baruffe all’interno dello stesso partito e ragionamenti che muovono da logiche che, con la qualità e la garanzia dei servizi, hanno poco a che fare”

Con l’impugnativa del Pssr sono rimaste in stand by anche le schede ospedaliere, ma, spiega Azzalin, “rinviare è dannoso oltre che inutile: le schede ospedaliere devono essere presentate al più presto e contestualmente a quelle di dotazione territoriale. Si devono spendere meglio le risorse a disposizione, spostandole nel territorio, dove occorre incrementare il decentramento di una rete di servizi, proprio per favorire l’integrazione socio-assistenziale e per conseguire risparmi nel breve periodo con una riduzione dell’ospedalizzazione, spesso causata dalla mancanza di alternative”.

Il consigliere del Pd ha poi toccato il tema dell’ospedale di Trecenta: “Padrin ha spiegato che nel prossimo triennio non ci possiamo permettere di spendere tutti e due i miliardi per la manutenzione ordinaria dei 51 ospedali veneti, molti dei quali saranno declassati o chiusi, perché sarebbe uno spreco di risorse. Ecco, il non utilizzo di una nuova struttura equivale al medesimo spreco, per cui s’impone un razionale utilizzo del plesso altopolesano nel contesto provinciale e regionale”

“La riorganizzazione amministrativa e istituzionale del Paese è ineludibile – ha concluso Azzalin – ma non può avvenire unicamente su basi ragionieristiche e soprattutto non può essere imposta dall’alto. Bisogna rendersi conto che l’organizzazione sanitaria sarà rivista: il Veneto non si può più permettere 22 Ulss e neanche il Polesine può restare così. Non ho nascosto le mie perplessità quando nei mesi scorsi si è parlato di riduzione, ma questo perché la discussione traeva origine solo da presupposti propagandistici, per sviare l’attenzione, e perché imposta senza il coinvolgimento di tutti i portatori d’interesse. Ma è bene essere chiari: l’articolazione in due Ulss di per sé non garantirà un servizio in più o in meno al nostro territorio. Con l’unificazione, invece,possiamo ricavare nuove risorse per i servizi. Mettiamo da parte le polemiche e le posizioni precostituite e lavoriamo per fare del sistema socio-sanitario polesano un’unica rete di servizi”.




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