Costi della politica: “Lega e Pdl double faces, così si screditano le istituzioni”

Inserito il 23 Settembre 2011 in Politica, Territorio


Firmata una mozione in cui si impegna il Consiglio regionale a riaffermare “con orgoglio che l’Italia è una Repubblica democratica e indivisibile che si identifica nel tricolore come simbolo dell’Unità nazionale”: “Non mi aspetto gesti coerenti da chi dimostra di non conoscere questo termine, spero però che si smetta di prendere in giro i cittadini e di infangare le istituzioni per le quali, per primo chi è chiamato a rappresentarle, deve sempre avere il massimo rispetto: se Bossi e Zaia dicono di non sentirsi italiani, si dimettano dalle cariche che ricoprono all’interno della Repubblica italiana”

“Le ultime evoluzioni della Lega, dalla farsesca manifestazione veneziana al salvacondotto per Milanese, passando per l’ennesimo rantolo secessionista di Bossi, non possono essere accettate in silenzio”. Il consigliere regionale Graziano Azzalin la pensa così riguardo a quanto sta bollendo nel Carroccio. E, proprio per ribadire con forza il valore della Costituzione e dell’Italia unita, anche Azzalin ha sottoscritto una mozione, firmata dagli esponenti di tutti i partiti dell’opposizione, con la quale si impegna il Consiglio regionale a riaffermare “con orgoglio che l’Italia è una Repubblica democratica e indivisibile che si identifica nel tricolore come simbolo dell’Unità nazionale” , che “si riconosce nei principi fondamentali della Costituzione”, ed a ribadire “con forza l’adesione della Regione al principio espresso all’art. 1 del vigente Statuto: Il Veneto è Regione autonoma, nell’unità della Repubblica italiana, secondo i principi e nei limiti della Costituzione”.
“Proprio in oggi – sottolinea Azzalin – in Consiglio si è aperta la discussione sul nuovo Statuto che il Pd sta affrontando con spirito costruttivo. E, per questo, ha posto importanti condizioni per un suo eventuale voto favorevole: riduzione del numero dei consiglieri da 60 a 50, soppressione dell’assegno vitalizio, limite massimo di due mandati consecutivi per tutti i consiglieri, compresi i presidenti di Giunta e Consiglio, piena trasparenza dell’attività amministrativa, criteri di competenza e di meritocrazia per le nomine. Purtroppo però, agli slogan della maggioranza sulla volontà di ridurre le spese e di intervenire sui cosiddetti costi della politica non fanno mai seguito azioni coerenti e lo si è visto in occasione delle nomine di questi giorni: la maggior parte riguardava enti che devono assolutamente essere rivisti per non dire soppressi. Eppure, nonostante le sollecitazioni che abbiamo fatto per aprire una riflessione su questo aspetto, Lega e Pdl sono andati avanti con il triste spettacolo del gioco delle poltrone”.
Secondo il consigliere polesano “è proprio questo che fa perdere definitivamente credibilità all’intera classe politica: la mancanza di coerenza. Che, poi, è il vizietto di cui soffre anche il presidente Zaia, oggi intervenuto in aula per non dire assolutamente nulla. Fare dichiarazioni ad uso e consumo dei giornali per poi agire in modo diverso, alla lunga scredita anche le istituzioni: la politica ‘double faces’ allontana i cittadini. E’ lo stesso modus operandi di Bossi. Come si legge nella mozione, ‘in un momento di così grande crisi per la Nazione, in cui unità e solidarietà dovrebbero essere i cardini delle azioni del Governo, del Parlamento, delle Istituzioni e dei cittadini stessi, ritornare a invocare la secessione è segno di grave irresponsabilità”, ma “ancora una volta la Lega di lotta e di governo fluttua a seconda della convenienza tra la secessione e l’occupazione ben salda delle poltrone a Palazzo Chigi’, nonché di Palazzo Balbi e di tutti gli enti di secondo grado”.
Concludendo, l’esponente democratico ribadisce che “non mi aspetto gesti coerenti da chi dimostra di non conoscere questo termine, spero però che si smetta di prendere in giro i cittadini e di infangare le istituzioni per le quali, per primo chi è chiamato a rappresentarle, deve sempre avere il massimo rispetto: se Bossi e Zaia dicono di non sentirsi italiani, si dimettano dalle cariche che ricoprono all’interno della Repubblica italiana”.




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