Aree protette, a San Pietro in Cariano confronto le diverse proposte di legge

Inserito il 29 Giugno 2013 in Agricoltura, Ambiente, Bonifica, Caccia, Territorio, Turismo


Come vicepresidente della IV commissione e primo firmatario della proposta di legge di riforma sui parchi, ho partecipato al dibattito con l'assessore regionale ai Parchi Franco Manzato, il vicepresidente del consiglio regionale Franco Bonfante, il vicepresidente della IV commissione consiliare Graziano Azzalin ed Angelo Mancone di Legambiente. Idee in campo senza steccati: sintesi possibile fra i progetti di Giunta e Pd, ma sugli aspetti urbanistici e sulla governance le visioni sono molto diverse. Comune la volontà di mettere a valore del territorio con una normativa di ampio respiro

“Parchi: tutelati o dimenticati?”, questa la domanda alla quale si è proposto di dare una risposta l’incontro-dibattito organizzato questa mattina a San Pietro in Cariano dai circoli Pd della Valpolicella, insieme al gruppo consiliare regionale, al quale hanno preso parte l’assessore regionale ai Parchi Franco Manzato, il vicepresidente del consiglio regionale Franco Bonfante, il vicepresidente della IV commissione consiliare Graziano Azzalin ed Angelo Mancone della segreteria regionale di Legambiente. Dopo il saluto di Giancarlo Paiola, coordinatore circolo locale, il consigliere comunale Pd di Negrar Fausto Rossignoli ha effettuato un’articolata ricognizione del quadro normativo soffermandosi sulle nuove proposte legislative in discussione in Regione.

Proprio all’assessore Manzato è toccato il compito di illustrare la proposta di riforma delle aree protette presentata dalla Giunta: “Aldilà schermaglie ‘politiche’ – ha spiegato – va evidenziato come sul piano amministrativo e legislativo si sia avviato un positivo processo di lavoro in modo attento e concertato, con un confronto continuo e proficuo. Ad agevolare questo fatto, il momento di generale difficoltà, che impone di fare di necessità virtù e di mettere tutte le idee in campo, senza steccati. Per quanto riguarda la legge sui parchi, bisogna partire da cosa vogliamo che siano i parchi e come utilizzare al meglio le risorse sempre minori, che non possono essere considerate risorse a disposizione dei singoli Comuni per soddisfare le più disparate esigenze locali, ma unicamente per la valorizzazione delle aree protette. E’ per questo che si è pensato ad una governance più ristretta”.

“Sulle questioni di principio e su alcune misure parliamo lo stesso linguaggio – ha sottolineato Azzalin, descrivendo il progetto di legge del Pd – ma come Pd abbiamo ritenuto importante proporre un disegno di legge organico, cercando di fare uno sforzo politico, ovvero parlare non alla pancia ma al cuore. Nel primo caso sarebbe stato facile dire: dobbiamo tagliare, perché i parchi sono onerosi dal punto di vista economico e vincolistico. Basta guardare alla Lessinia e a quali sono i temi saliti alla ribalta delle cronache: liti, baruffe ed il grattacapo dei cinghiali. Questo è il problema: ci troviamo con un territorio regionale che non solo la politica non ha saputo mettere a valore, ma troppo spesso ha sfregiato e distrutto. Per questo crediamo che rilanciare il tema della gestione delle aree protette in modo organico sia più che necessario. Giusta, dunque, una razionalizzazione, ma è necessario anche investire. Il fulcro è legare la tutela con pratiche di sviluppo e di responsabilizzazione delle comunità locali, superando i conflitti fra livelli istituzionali. Possiamo pensare ad un articolato di sintesi fra i due progetti di legge, ma sugli aspetti urbanistici e sulla governance le visioni sono molto diverse”.

Interessanti le sottolineature di Mancone, che ha esaminato le due leggi anche per conto di altre associazioni ambientaliste come Wwf, Cai e Lipu: “La prima valutazione è positiva, perché finalmente si discute del tema delle aree protette con finalità legislative di ampio respiro. Il punto di partenza, tuttavia, deve essere quale senso vogliamo dare alla riorganizzazione: se manca un riferimento ad una cornice più ampia, si rischia che tutto si esaurisca in sterili discussioni localistiche. Fondamentale, quindi, che gli aspetti economici e amministrativi si sposino con quelli di tipo culturale. Nei due testi si trovano aspetti interessanti, come la proposta del Pd di integrazione dei siti Natura 2000, ma anche alcune lacune, come la mancanza di riferimenti al consumo di suolo. E se non troviamo giusto l’accentramento proposto dalla Giunta, ci spaventa anche l’apertura totale di credito alle amministrazioni locali”.

Dopo numerose sollecitazioni del pubblico, è toccato al vicepresidente del consiglio regionale Bonfante tirare le conclusioni del dibattito: “Il primo punto da sottolineare è il mutato clima generale: è finito il tempo dello sviluppo per lo sviluppo, ovvero si è capito che non è costruendo capannoni che si dà ossigeno all’economia. Manca però il passaggio successivo, che è quello della messa a valore del territorio, proprio a partire dalla biodiversità, il cui valore si capisce per sottrazione: si pensi a quante risorse sarebbero sottratte alla medicina, alla farmaceutica, all’agricoltura ed alla ricerca in generale. Senza contare il ruolo che viene svolto dal punto di vista della tutela idrogeologica, infatti, i parchi sono fondamentali per la conservazione della biodiversità, che è un patrimonio prezioso da preservare e conservare, ma soprattutto da offrire al campo della ricerca, i cui effetti, proprio come quelli della tutela ambientale, non si percepiscono nell’immediato ma nel lungo periodo. Il ruolo dei parchi, poi, vista anche l’emergenza lavoro, deve essere giocato anche in ambito occupazionale. E con la creazione di un sistema di aree protette questo è possibile”.




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