Trivellazioni, il consiglio regionale approva la proposta di legge statale per vietare ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi sul territorio delle province di Venezia, Padova e Rovigo.

Inserito il 25 Gennaio 2012 in Agricoltura, Ambiente, Bonifica, Energia, Lavoro, Politica, Turismo


Come primo firmatario e relatore non posso che essere soddisfatto del risultato ottenuto. Con la strada intrapresa sia dal punto di vista normativo che da quello della convergenza politica, il Veneto si pone come modello di riferimento: si antepone la sicurezza del territorio ad ogni possibile speculazione

Un segno forte e condiviso: le multinazionali possono scordarsi di azionare le trivelle sul territorio veneto. Il consiglio regionale, infatti, ha approvato oggi la proposta di legge d’iniziativa dei Consiglieri Azzalin, Coppola, Puppato, Tiozzo, Bortoli, Fracasso, Mainardi, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia e sulla quale ha apposto la propria firma anche Pettinò, “Interventi di tutela dal fenomeno della subsidenza dei territori delle province di Padova, Rovigo e Venezia. Modifica dell’articolo 6 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ‘Norme in materia ambientale’ e successive modificazioni” con la quale si vietano nel territorio delle tre province venete le attività di ricerca, di prospezione nonché di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi. Un stop deciso a chi ha mire sullo sfruttamento degli idrocarburi sul territorio del Veneto, che si pone così come Regione capofila nella difesa del territorio.

Ovviamente soddisfatto il consigliere polesano del Pd Graziano Azzalin, primo firmatario e relatore della proposta di legge: “La confluenza raggiunta in aula – ha sottolineato – è un segno importante che rende più forte la richiesta del nostro territorio. A sostegno di questa legge già si sono espressi numerosi consigli comunali, da Chioggia a Lendinara, e il consiglio provinciale di Rovigo. In commissione abbiamo facilmente trovato un accordo unitario e ora anche l’intero consiglio regionale si è espresso con decisione. Il cammino è ancora lungo, ma l’iter parlamentare sarà rapido e felice se tutti noi daremo seguito a questo nostro impegno”.

Oltre a sottolineare gli aspetti relativi alla tutela idrogeologica, nonché le gravissime conseguenze che le estrazioni di metano hanno prodotto in Polesine ed a quali rischi si possono aprire le porte in caso di trivellazioni, Azzalin ha evidenziato come “con la strada intrapresa sia dal punto di vista normativo che da quello della convergenza politica, il Veneto si pone come modello di riferimento per gli altri territori fragili e si mette al riparo da eventuali evoluzioni normative come quella contenuta in una delle tante bozze del decreto Milleproroghe che agevolava proprio la ricerca e lo sfruttamento di idrocarburi dal sottosuolo. Le parole ferme di immediata replica dell’assessore Conte, che ha definito le trivellazioni un’eventualità che non si può nemmeno ipotizzare, sono state il miglior viatico all’approvazione di questa legge che antepone la sicurezza del territorio ad ogni possibile speculazione. E’ una giornata importante non solo per la nostra Regione, ma per il nostro Paese”.

Clicca qui per leggere il testo licenziato all’unanimità dalla commissione e approvato senza modifiche dal consiglio regionale




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