Treni, tagli con la scure. Ad Adria via la biglietteria, basta mortificare i pendolari

Inserito il 14 Dicembre 2011 in Territorio, Trasporti


I consiglieri del Pd Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo si confrontano con i viaggiatori alla stazione della città polesana insieme ai consiglieri comunali Caterina Zanetti e Giorgio Zanellato. Dito puntato contro l’assessore Chisso: “Alla luce delle sue ultime dichiarazioni dovrebbe avere il pudore di rimettere la delega, visto che ancora una volta è il primo a sparare a zero sulle conseguenze della propria incapacità di indirizzo e controllo del servizio che fanno capo proprio a lui”.

“Zaia ci lascia a piedi”, questo lo slogan della manifestazione che ha visto questa mattina impegnato il Pd in tutta la regione per puntare il dito sulla situazione del trasporto ferroviario. A Rovigo e Chioggia, la protesta è corsa lungo i binari, con la stazione di Adria che è divenuta luogo d’incontro dei due consiglieri regionali Graziano Azzalin e Lucio Tiozzo.
“La biglietteria della stazione di Adria – ha spiegato Azzalin – è una delle 10 finite sotto la scure di ‘Trenitaglia’ che porta senza preavviso il numero degli sportelli attivi in tutto il Veneto da 21 a 11. Si tratta di una smobilitazione massiccia e significativa, che dà un ulteriore colpo al sistema ferroviario regionale”. Tiozzo ha sottolineato le difficoltà incontrate per fare il biglietto a Chioggia, “dove non è in funzione una biglietteria automatica e la tabaccheria più vicina è a circa due chilometri. E questo senza contare che il taglio dei treni è stato fatto senza la dovuta considerazione degli orari di lavoratori e studenti. In particolare, la soppressione della corsa del primo pomeriggio è un duro colpo a chi sceglie il treno per i propri spostamenti, che andrebbe incoraggiato e sostenuto e che invece viene mortificato”

Il volantinaggio ad Adria che, dalle 7 alle 9, ha visto protagonisti, insieme ai due consiglieri regionali, anche il consiglieri comunali adriesi Caterina Zanetti e Giorgio Zanellato, oltre a denunciare “il continuo peggioramento dei servizi di trasporto ferroviario in Veneto a causa dell’inerzia del governo regionale di fronte ai tagli nazionali e l’assenza di provvedimenti correttivi”, si è trasformato anche in un momento di ascolto delle lamentele di alcuni pendolari, dagli orari alle difficoltà per acquistare un abbonamento. “Per comprare il mio – ha raccontato un pendolare – dopo che a Venezia mi hanno detto di chiamare il numero verde, sono dovuto andare ad acquistarlo al deposito bagagli di Mestre con una perdita di tempo e pazienza non indifferente”

Nel mirino, insieme al presidente Zaia, l’assessore alle politiche per la mobilità Renato Chisso: “Alla luce delle sue ultime dichiarazioni dovrebbe avere il pudore di rimettere la delega – è l’affondo di Azzalin e Tiozzo – visto che è il primo a sparare a zero sulle conseguenze della propria incapacità di indirizzo e controllo del servizio che fanno capo proprio a lui. Chisso per primo ammette il continuo disservizio, ma si sottrae alle proprie responsabilità addossando la colpa al ‘monopolista’. Posto che il monopolista l’ha scelto lui firmando un contratto di servizio che prevede obblighi reciproci, gli ricordiamo che la Regione ha sottoscritto nel 2008 un accordo di programma con Fs spa per la nascita di due società regionali partecipate per il trasporto ferroviario ma, proprio come per il sistema ferroviario metropolitano, alle parole e ai proclami non sono seguiti i fatti. Senza nulla togliere a Trenitalia che, affiancata da Sistemi Territoriali, sta affossando un servizio di pubblica utilità, la Regione non può assolversi visto che guardare unicamente al prezzo piuttosto che alla qualità del servizio è proprio il cuore del contratto che, quindi, non può essere annullato”.




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