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Gli interessi del territorio vanno difesi sempre, non a seconda del colore del Governo.


Sulle trivellazioni il Delta e il Polesine hanno già dato. La mia posizione non è certo cambiata rispetto al referendum dello scorso aprile, di cui fui uno dei promotori.


La data del 17 aprile va a penalizzare pesantemente la partecipazione alla consultazione referendaria sulle trivellazioni. L’indicazione del Governo va in senso contrario alla necessità di dare ascolto e di coinvolgere i cittadini.


Trivellazioni, Azzalin in Corte di Cassazione a consegnare la richiesta di referendum per il Veneto: “Un passaggio istituzionale di grande significato che ho vissuto con enorme emozione e che permetterà ora a tutti i cittadini di esprimersi.  Significativo che a questo momento abbia formalmente partecipato anche il Polesine, che ha vissuto e sta vivendo sulla propria pelle gli effetti delle estrazioni metanifere”


Sì unanime del consiglio regionale ai referendum contro le norme “sblocca trivelle”, Azzalin: “Tutti, indipendentemente dall’appartenenza politica, remiamo convintamente e senza barriere nella stessa direzione in difesa del nostro territorio”


Il Pd ribadisce il no alle trivellazioni e dice sì al referendum, Azzalin: “Non ho alcun problema a definire sbagliate le norme introdotte dagli ultimi Governi. Per fermare le estrazioni, però servono anche iniziative legislative: una mia proposta di legge statale che vieta le estrazioni nelle province di Rovigo, Padova e Venezia approvata dal consiglio regionale, giace da anni nei cassetti del Parlamento”


Come primo firmatario della proposta di legge statale sulla subsidenza, approvato con consenso unanime e trasversale dal Consiglio regionale, ho relazionato sulla norma che vieta ricerca, coltivazione e sfruttamento degli idrocarburi dal sottosuolo delle province di Rovigo, Padova e Venezia: la più grande opera pubblica a costo zero è garantire la sicurezza del territorio


Alla conferenza internazionale delle Regioni adriatiche e ioniche sulla “Salvaguardia delle coste dall’estrazione i idrocarburi in mare” che si è tenuta a Venezia, ho evidenziato i costi della subsidenza sostenuti dal Delta del Po, oggetto di estrazioni fino al 1961: la salvaguardia dell’assetto idrogeologico è la più grande opera pubblica che si possa avviare in questo momento e la prevenzione è a costo zero. E’ difficile monetizzare la messa in sicurezza e la tutela, purtroppo però i conti si fanno al negativo quando avvengono disastri


Convegno “I Po. Interazioni: tutela, natura, risorse nel territorio fluviale”: “La politica deve riconoscere al Po l’importanza che merita anche dal punto di vista delle progettualità e superare le parcellizzazioni di competenze per passare ad una logica di governo d’insieme. A cominciare dalla sicurezza del territorio”


“L’ordinanza alla quale si continua a far riferimento per sostenere le estrazioni di metano, non priva affatto l’iniziativa legislativa da me avviata di significato, anzi è proprio uno dei motivi per i quali abbiamo ritenuto di intervenire dal punto di vista normativo. Dl punto di vista legale, Aleanna sta compiendo azioni perfettamente legittime e, in un quadro normativo come quello attuale, sarebbe difficile impedire l’estrazione di metano. E, esattamente come è avvenuto per l’Eni, miracolata dall’ordinanza del gip del Tribunale di Ferrara, sarebbe difficile anche chiedere il conto dei danni”