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Regione e Governo viaggiano, purtroppo per i veneti e gli italiani, sulla stessa lunghezza d’onda in quanto a vendere fumo.


Da stigmatizzare le affermazioni degli esponenti polesani del Pdl in Regione: chi ha compiti di governo si deve esprimere con i fatti e non con le polemiche. Prendiamo atto della promessa che, essendo il Polesine già in linea con i parametri prefissati previsti per i posti letto, non subirà alcun taglio. Il nervosismo manifestato dal Pdl ci preoccupa, ma, dal canto nostro, continueremo a svolgere il ruolo al quale siamo chiamati, ovvero di opposizione responsabile, guardano ai fatti e non agli spot o alle frasi urlate sulla stampa


Dopo la replica dell’assessore al sindaco di Rovigo è bene ricordare che nel Piano socio sanitario è esplicitamente previsto che per ogni provincia vi sia un ospedale di riferimento


Il caso del Piano aziendale per il potenziamento dell’assistenza primaria 2012 – 2014 dell’Ulss 18: il sospetto è che, ancora una volta, a livello regionale in questo settore si giochi una partita sotterranea sulla quale sarebbe bene fare chiarezza una volta per tutte. Perché i toni scandalistici utilizzati sulla stampa, debitamente imboccata, rischiano di inquinare le acque sulla questione fondamentale, almeno per quanto riguarda il caso dell’Ulss 18: la riorganizzazione delle Utap e la deospedalizzazione è prevista da delibere di Giunta, nonché dallo stesso Pssr ed è una cosa positiva oltre che importante. A chi giova la polemica?


Contento per essere riuscito a strappare il riconoscimento della specificità polesana, ma il rammarico è grande: come Pd abbiamo cercato di far sì che questo Piano socio sanitario potesse essere il Piano di tutto il consiglio per tutti i veneti, ma alcuni punti fondamentali non sono stati accolti. Pur avendo ottenuto risultati importanti, il Pd ha votato no. Sicuramente con più coerenza di una maggioranza che di fatto ha sconfessato Coletto e Zaia


Un breve commento agli emendamenti che ho presentato: non si tratta di richieste ‘di bandiera’ o puramente di difesa territoriale, ma basati sul normale buonsenso che, chi si accinge a varare le linee programmatiche del futuro della sanità della propria Regione, non può non avere. I nodi veri, tuttavia, restano insoluti


La traccia del mio intervento nel corso dell convegno ‘Il Piano socio sanitario del veneto 2012-2016. La nuova programmazione deve garantire equità, integrazione e diritto alla salute’, organizzato a Padova lo scorso 8 giugno dal Gruppo regionale del Pd veneto in vista della discussione in consiglio regionale sul Pssr


Intervengo alla vigilia della discussione in aula del Pssr per rispondere alle affermazioni del presidente della V commissione Leonardo Padrin “L’ospedale di Rovigo diventerà una costola di Padova”. Ecco, non credo. Perché è inevitabile una razionalizzazione, ma questa non deve certo tradursi in un declassamento dei territori marginali solo per convenienze politiche.


Presenteremo un apposito emendamento che dia un ruolo specifico al nosocomio altopolesano all’interno del Pssr, perché la sua salvaguardia deve essere messa nero su bianco in un’ottica di pianificazione e non difesa populisticamente a parole da chi dovrebbe governare e invece gioca a nascondino con le proprie responsabilità


Per quanto riguarda la bozza di Piano socio-sanitario, il presidente della commissione Sanità è l’unico che in qualche modo difende le linee adottate, mentre da parte della Giunta vi è un totale distacco che lascia adito a giochi ed accordi trasversali che vedono gli esponenti delle varie province arroccarsi in difesa delle proprie realtà svuotando di contenuti il tema della programmazione generale e trascurando le caratteristiche di territori con minor peso politico e meno rappresentanti