Zaia si piega ai voleri di Berlato e impallina la legge sui Parchi: aree protette cancellate senza il coinvolgimento dei territori

Inserito il 9 Dicembre 2016 in Primo piano


Con la scusa di una ‘invasione di cinghiali’, Zaia prende la doppietta e si appresta a impallinare i Parchi naturali del Veneto, dando così il via libera alla caccia in aree protette.

 

Con la scusa di una ‘invasione di cinghiali’, Zaia prende la doppietta e si appresta a impallinare i Parchi naturali del Veneto, dando così il via libera alla caccia in aree protette. Una spericolata inversione di rotta, rispetto al presidente di Regione che affermava di non voler uccidere ‘nessun Bambi’, quando in Cansiglio si era verificato il problema della sovrappopolazione ed aveva avanzato l’idea di una sterilizzazione manuale delle cerve passando per l’alfiere della lotta alla caccia. Non smette di stupirci, purtroppo sempre in negativo.

Lunedì sarà depositato un emendamento che andrà a cancellare il Parco della Lessinia, stanno già lavorando per un provvedimento sulla stessa falsariga per il Parco del Sile e, probabilmente, uno per ciascuna delle aree naturali protette del Veneto. Il tutto per la gioia del consigliere Berlato che parla di ‘Parco mania’, come fosse una malattia da debellare.
I Parchi sono una ricchezza della nostra Regione con tante potenzialità non ancora sfruttate e che tutti ci invidiano. Invece, finalmente, di arrivare a mettere a frutto queste potenzialità, si passa alla loro demolizione, frutto di un’incapacità amministrativa ormai palese, che si trasforma nello sperpero di risorse per una pagliacciata propagandistica come il referendum sull’autonomia, che fa seguito alla legge sul dialetto che ha messo alla berlina il Veneto come se questa fosse le necessità per i giovani che si apprestano a vivere la sfida del futuro. Sul tema delle aree protette, la scorsa legislatura il Pd aveva presentato una proposta organica di riordino, che aveva trovato una sintesi con quella della Giunta, sempre guidata da Zaia, che però ormai il presidente ci abituato a continui cambi di rotta. Da maggio c’è una legge ferma in Commissione: era l’occasione per discutere in modo complessivo dei Parchi e della loro valorizzazione. Invece, ecco il colpo di spugna grazie al consigliere Berlato con la complicità di Zaia, mentre l’assessore ai Parchi Corazzari continua a dormire e resta muto.

È evidente la confusione, se non la malafede, della maggioranza e del suo presidente. Hanno deciso di bloccare il percorso del Parco interregionale del Delta, dopo che lo stesso Zaia aveva dato il proprio assenso al collega dell’Emilia Romagna Bonaccini e al Governo, sottolineando il mancato coinvolgimento del territorio, cosa falsa perché spettava alla Regione coinvolgerlo e, comunque, il percorso è ancora tutto da scrivere insieme alle comunità locali, che devono essere protagoniste. Lo stesso ragionamento però non vale per i Colli Euganei, dove la situazione è ben più grave: l’emendamento di Berlato va a cancellare il 90% dell’area, ridefinendo la zonizzazione senza che ci sia alcun presupposto tecnico-scientifico e calpestando il territorio, facendo carta straccia di qualsiasi percorso concertativo. Salvo poi convocare riunioni-farsa con gli amministratori locali per illustrare decisioni già prese.

Una decisione irresponsabile che non calcola il danno di immagine, le ricadute sul turismo, sulle località termali dei Colli, sulle aziende agrituristiche e sulle produzioni di qualità che ci saranno inevitabilmente con la cancellazione del Parco dei Colli e l’apertura alla caccia libera per fermare ‘l’invasione di cinghiali’. Questo mentre Ente Parco, Gal Patavino, Organizzazione della gestione della destinazione e Strada del Vino dei Colli Euganei hanno avviato il percorso il riconoscimento di Riserva della biosfera del Programma Mab Unesco, siglando una bozza di protocollo d’intesa per la costituzione del Comitato organizzatore a supporto della candidatura, con un incontro già fissato per martedì prossimo. Tutte cose che note all’assessore Corazzari, che era presente all’annuncio. Ma forse dormiva anche lì.




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