È una legge che mortifica i territori, un unicum nel panorama nazionale. Zaia si comporta da sovrano e neanche illuminato, sostenuto da una maggioranza sorda a ogni mediazione.
“È una legge che mortifica i territori, un unicum nel panorama nazionale. Zaia si comporta da sovrano e neanche illuminato, sostenuto da una maggioranza sorda a ogni mediazione. Questo provvedimento doveva servire a rilanciare le aree protette e responsabilizzare le comunità che le abitano, invece finirà esclusivamente per rafforzare, ancor di più, il potere del governatore. È inammissibile che la maggioranza abbia premuto sull’acceleratore per approvarlo in fretta oggi, quando potevamo migliorarlo: non siamo stati noi a tenerlo fermo per anni. Una prova di forza gratuita, inutile e dannosa”. A dirlo, a nome del gruppo consiliare del Partito Democratico, è Graziano Azzalin, relatore di minoranza della legge sulla ‘governance’ dei parchi, che ha avuto il via libera dall’aula in tarda serata con il voto contrario dei dem.
“Zaia si riempie la bocca di autonomia, ma l’azione della Giunta va in direzione opposta con un’ingordigia mai vista. Altro che centralismo romano! I quattro Parchi regionali sono stati tutti commissariati, record unico e poco invidiabile, ora che i commissariamenti non sono più prorogabili arriva una leggina, che esclude le comunità locali da programmazione e gestione. Il Veneto sarà l’unica Regione dove il governatore nominerà la maggioranza del Consiglio, tre su cinque, da cui vengono tenute fuori le associazioni ambientaliste, oltre al presidente del Parco, mentre la Giunta sceglierà i rappresentanti della Comunità. Respingiamo con forza l’impostazione neocentralista, che contraddice anche la legge 143 presentata dalla Giunta e da cui nasce questo provvedimento e siamo sicuri che faranno altrettanto i territori, con sindaci e portatori di interesse, quando lo leggeranno, costringendo la maggioranza a un dietrofront”.