Propaganda referendaria sulla pagina Facebook della Ulss Berica: Zaia e la Lega smettano di utilizzare la cosa pubblica come se fosse privata

Inserito il 4 Ottobre 2017 in Primo piano


I siti istituzionali, così come i relativi social sono destinati a un altro tipo di comunicazione, non per fare propaganda.

“Dal primo pomeriggio di ieri, martedì 3, sulla pagina Facebook della Ulss Berica è in bella mostra un post di Luca Zaia sul referendum con l’invito ad andare a votare. I siti istituzionali, così come i relativi social sono destinati a un altro tipo di comunicazione, non per fare propaganda. Il direttore della Ulss 8 dovrebbe sapere che il suo stipendio è pagato con i soldi tutti i veneti, non con quelli di Luca Zaia”. Il consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin riaccende la polemica sull’uso un po’ troppo disinvolto dei mezzi istituzionali in vista della consultazione del 22 ottobre.
“La Legge 150 parla di trasparenza ed efficacia dell’azione amministrativa come principi alla base delle attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amminstrazioni. Non si parla certo di propaganda! È l’ennesimo episodio che ci troviamo a denunciare: dopo i banner sui siti delle Ulss è arrivato l’invito, che in realtà è un obbligo mascherato, ai dipendenti della Regione a inserire il logo referendario nelle mail, quindi il caso dei manifesti per il sì apparsi in vari Comuni e su cui è intervenuto anche il Corecom. Non può essere sbadataggine o ingenuità. Zaia e la Lega devono smetterla di utilizzare la cosa pubblica come fosse privata. Capisco che a due settimane dal referendum la paura di non raggiungere il quorum è tanta, ma questo non giustifica un disprezzo così palese si ogni regola”.




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