Manifestazione ad Adria contro le ricerche di metano: segnale forte e trasversale per dire ‘no’ allo sfruttamento del territorio

Inserito il 28 Marzo 2015 in Ambiente, Energia, Primo piano, Territorio


Estrazione di gas in Polesine, come primo firmatario del progetto di legge statale già approvato e di una nuova proposta di legge per fermare le ricerche in prima fila alla manifestazione di Adria. La presenza dei sindaci e degli esponenti politici di ogni schieramento è un segnale forte. Ancora molti non hanno capito il pericolo che stiamo correndo: ognuno deve fare la propria parte e, per una volta, la politica polesana tutta sta cercando di farla

“Un segnale forte e trasversale: tutte le forze politiche e le istituzioni del territorio dicono no ad ogni tentativo di sfruttamento del metano presente nel sottosuolo del Polesine”. E’ intervenuto dal palco di piazza Cieco Grotto ad Adria il consigliere regionale Graziano Azzalin durante la manifestazione indetta dall’amministrazione adriese ed alla quale hanno preso parte oltre ai sindaci dei Comuni del Delta del Po interessati dai progetti della Northsun, compresi quelli del ferrarese, i parlamentari, gli assessori regionali ed i consiglieri regionali polesani di ogni schieramento politico.

“E’ questo il segnale forte, che è già stato dato nel 2012 con la proposta di legge statale che punta a modificare il Codice dell’Ambiente inserendo i territori delle province di Rovigo, Padova e Venezia fra quelli esclusi da ogni possibilità di trivellazione. La norma approvata dal Veneto riafferma il principio di precauzione, anteponendo a tutto la sicurezza idrogeologica di un territorio che già soffre dei danni causati dalla subsidenza, provocata anche dalle estrazioni del passato, concretizzando definitivamente una volontà che oltre ad oggi è stata più volte espressa dalla Regione e dalle comunità locali, facendo in modo che Venezia, il territorio lagunare, il Delta del Po e la pianura padano-veneta non corrano ulteriori rischi futuri derivanti dall’abbassamento del suolo per cause dovute alle trivellazioni in cambio di royalty irrisorie”.

“Nessuna cifra – ha aggiunto Azzalin – che possa derivare come guadagno dalle estrazioni di idrocarburi potrà mai essere pari agli enormi costi per i danni provocati dal dissesto idrogeologico, come l’incrinatura degli argini, l’avanzamento del cuneo salino, la compromissione del sistema di bonifica. Senza contare eventualità ancora peggiori. Per dire no anche all’ipotesi di ricerche ho presentato una nuova proposta di legge, sottoscritta dai consiglieri di tutti gli schieramenti, nella quale si modifica la legge istitutiva del Parco e si vieta, oltre alla trivellazione, anche la ricerca su tutto il territorio dei comuni compresi nel Parco stesso. Oggi purtroppo l’affluenza non è altissima, segno che non si è compreso fino in fondo il pericolo che stiamo correndo: ognuno deve fare la propria parte e, per una volta, la politica polesana tutta sta cercando di farla”.




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