La questione del personale è prioritaria per salvaguardare la sanità pubblica. E la specificità del Polesine va riconosciuta con risorse aggiuntive

Inserito il 27 Ottobre 2018 in Lavoro, Sanità, Territorio


Continuando a risparmiare sul personale, anziché investire, significa smantellare progressivamente il Sistema sanitario nazionale.

“Continuando a risparmiare sul personale, anziché investire, significa smantellare progressivamente il Sistema sanitario nazionale. A maggior ragione in un territorio come il Polesine che, per la sua specificità avrebbe invece bisogno di risorse aggiuntive. E questo torneremo a chiedere nel nuovo Piano sociosanitario, l’abbiamo già messo nero su bianco”. Graziano Azzalin, consigliere dem in Regione, commenta così la nuova delibera di adozione provvisoria del Piano triennale del fabbisogno di personale dell’Ulss 5, fabbisogno passato nel giro di un mese da 3.102 a 2.999 dipendenti. “Per far funzionare tutto con numeri ridotti ci sono due soluzioni: esternalizzare e costringere i dipendenti a turni massacranti. Ma non si può lavorare in sanità come in catena di montaggio. Con queste scelte non ci si può lamentare poi dei disagi e delle proteste del personale e di quelle degli utenti. A cui magari rispondere, come ha fatto Zaia, di restituire la tessera sanitaria e andare a curarsi in altre regioni. L’esternalizzazione del servizio di medicalizzazione del 118 degli ospedali è stata una scelta sbagliata e rischia di essere solo la prima di una lunga serie”, prosegue il consigliere del Partito Democratico.

 

“La questione del personale è centrale e nella discussione in aula del Piano sociosanitario punteremo proprio su questo. Nella Ulss polesana, con la ‘quota 100’ decisa dal Governo, ci saranno tra i 250 e i 300 pensionamenti: come intende affrontare la Regione il problema? Curerà i veneti regalandogli bandiere con il Leone di San Marco?”.




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