Società partecipate, il Pd chiede una commissione d’inchiesta su tutte le S.p.A. regionali

Inserito il 16 Luglio 2013 in Blog


Insieme al capogruppo Lucio Tiozzo abbiamo evidenziato come Veneto Innovazione sia nell'occhio del ciclone, ma sia preoccupante anche la smobilitazione dei fondi di rotazione di Veneto Sviluppo. E i fondi Bei promessi in consiglio ci sono o era una balla?

“La tempesta che si sta abbattendo giorno dopo giorno sulle società partecipate della Regione mette ora nell’occhio del ciclone Veneto Innovazione, sommersa dai debiti e avviata verso il commissariamento. L’ennesimo triste esempio di fiumi di promesse e fondi buttati a mare. E’ evidente che, anche tutto quanto è stato enfaticamente annunciato da Zaia con il Patto dello Sviluppo si sta rivelando nei fatti un vero ‘pacco per lo sviluppo’. E ora, in una situazione di emergenza grave per le imprese, non possiamo accettare che chi avrebbe il compito di programmare e scegliere proceda a tentoni e che a questa Regione manchi una strategia industriale, lasciando spazio alle estemporanee iniziative elargitorie dei singoli assessori, smobilitando fra l’altro i fondi di rotazione”. Il capogruppo del Pd in Regione Lucio Tiozzo ed il consigliere Graziano Azzalin tuonano contro “lo sfascio della Regione: fra la commissione d’inchiesta su Arpav e quella sui lavori pubblici, è chiaro che né il Consiglio né la Giunta hanno più il controllo. sulle S.p.A.. E’ necessaria una commissione generale d’inchiesta proprio su tutte le partecipate regionali, visto anche quello che sta accadendo a Veneto Sviluppo ed al suo patrimonio”.

“Non è infatti pensabile – aggiungono gli esponenti democratici – assistere in silenzio all’effetto domino che sta facendo cadere una dopo l’altra, da Terme di Recoaro a Rovigo Expò, le partecipate regionali. Non si tratta solo degli effetti, pur evidenti, della crisi e delle minori risorse a disposizione, ma anche e soprattutto di errori di gestione e, in primo luogo, della mancanza di una pianificazione complessiva e di enti e strutture che sono state fatte implodere nei debiti senza essere state utilizzate al meglio. La prossima tessera a rischio è Veneto Sviluppo, che sta disperdendo un tesoro di 50 milioni, quasi tutto con finanziamenti a fondo perduto invece che, come originariamente previsto, con fondi di rotazione, in grado di rigenerarsi. Un errore gravissimo che pagheremo caro fra qualche anno quando le casse saranno svuotate: così si costruisce il domani del Veneto o solo l’oggi di qualcuno? Gli stessi fondi destinati alla riassicurazione del credito, solo in teoria liberano nuova liquidità, perché in realtà si limitano a coprire le perdite delle banche.

“Fra i soldi sottratti ai fondi di rotazione – concludono Tiozzo e Azzalin – anche i 16 milioni del Fondo per il Polesine, distribuiti a pioggia in modo personalistico, come più volte stigmatizzato non solo dal Pd, ma dalla Provincia di Rovigo, dalle associazioni sindacali, dal Consvipo e perfino dalla Cna. Gli effetti di queste gestioni spregiudicate sono sotto gli occhi di tutti: la pazienza è finita. Anche quella degli industriali e di chi fa impresa e non vuole mance dalla Regione, ma la possibilità di investire e produrre. Col Fondo per il Polesine, invece, non si fa nulla per sviluppare un indotto né per favorire l’occupazione: c’è solo un mero elenco di provvedimenti già in essere e contributi discutibili come quello fino a 300mila euro per costruire nuovi capannoni. L’assessore Coppola, più volte in incontri pubblici e davanti al consiglio regionale ha sbandierato l’arrivo di ben 50 milioni dalla Bei, ma oggi non se ne ha più traccia. Ai fondi Bei accede solo chi offre garanzie e la Regione non sembra in grado di offrirle: i fondi, dunque, ci sono o era solo una balla?”.

(Infografica tratta dalla Tribuna di Treviso)




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