Querelle sul tiramisù: il confronto su chi abbia il pavesino più duro dimostra che la Lega è alla frutta e prova a rialzarsi nei consensi con il dessert

Inserito il 28 Agosto 2013 in Blog


Quest’estate sul tavolo della presidenza del Veneto sono finiti il cervo castrato ed il savoiardo. In tempi di crisi, forse, sarebbe meglio guadagnarsi le prime pagine dei giornali per le iniziative prese sul fronte del lavoro, della sanità, dell’agricoltura. E non con sterili diatribe che fanno ridere ma lasciano l’amaro in bocca

“Tiramisù nei consensi: il confronto estivo fra leghisti su chi abbia il pavesino più duro è l’ennesima boutade di un presidente di Regione in cerca d’autore. Se, infatti, pensavamo che la Lega fosse alla frutta, ci sbagliavamo: siamo al dessert nel deserto di idee”. Non è certo mieloso il commento del consigliere Graziano Azzalin sulla querelle innescata da Luca Zaia sulla paternità del dolce al cucchiaio che vanta innumerevoli tentativi d’imitazione.

“Giusto salvaguardare la cucina italiana tradizionale e difendere i nostri prodotti – sottolinea il consigliere democratico – ma impostare una battaglia ideologica su un dolce al cucchiaio rischia davvero di far credere che il piatto del nostro presidente stia piangendo. Dopo il boccone mal digerito del panino di Mc Donald’s, fra radicchio e prosecco, quest’estate sul tavolo della presidenza del Veneto sono finiti il cervo castrato ed il savoiardo: sembra proprio che la Lega e Zaia stiano smarrendo la linea. Politica, perché quella del peso della Macroregione, è già vinta essendo questa divenuta una magroregione sempre più ridotta all’osso ed in grado di dividersi anche a tavola. Sinceramente, vista la mole di problemi che anche la nostra Regione si trova a fronteggiare, trovo stucchevole questa crociata del cucchiaino in salsa trevigiana. Mi auguro che ora non venga convocato un consiglio straordinario per un referendum per l’abolizione del tiramisù dai menu non certificati ‘Qualità Veneto’. In tempi di crisi, forse, sarebbe meglio guadagnarsi le prime pagine dei giornali per le iniziative prese sul fronte del lavoro, della sanità, dell’agricoltura. E non con sterili diatribe che fanno ridere ma lasciano l’amaro in bocca”.




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