Delta del Po, non si può più prescindere dall’interregionalità del Parco

Inserito il 8 Novembre 2013 in Blog


Il mio intervento al Castello della Mesola all'appuntamento la candidatura del Delta del Po a Riserva della Biosfera nella Rete mondiale Man and Biosphere dell'Unesco: “La legge sulle aree protette del Veneto presentata dal Pd, che presto sarà in discussione, prevede la costituzione di un ente interregionale del Parco del Delta: è un'impellente necessità se si vuole seguire la strada di una gestione logica e razionale”

“Il riconoscimento ad area Mab Unesco, chiesto congiuntamente dal Parco del Delta del Po, sponda veneta e sponda emiliano romagnola, ha una duplice valenza: da una parte serve a mettere a valore una ricchezza del nostro territorio, dall’altro è un passo importante verso la gestione unitaria dell’area. Non si può più prescindere dall’interregionalità del Parco del Delta”. Con queste parole il vicepresidente della IV commissione del consiglio regionale del Veneto Graziano Azzalin è intervenuto oggi al Castello della Mesola (Fe) all’incontro “Verso l’area vasta del Delta del Po, percorso di consapevolezza di riserva di Biosfera del Delta del Po”, che ha visto la proposta del “Patto delle Comunità del Delta del Po”, nell’ambito del processo di candidatura del Delta del Po a riserva della Rete mondiale Man and Biosphere dell’Unesco.

La necessità di affrontare il tema dell’interregionalità del Parco è stata sollevata, oltre che da Azzalin, dall’assessore veneto Franco Manzato e dal sottosegretario alle presidenza dell’Emilia Romagna Alfredo Bertelli, anche dai presidenti dei due Enti Parco, Massimo Medri e Geremia Gennari e, soprattutto, dalla presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra e dall’assessore della Provincia di Rovigo Laura Negri, e dalla dirigente del Ministero dell’Ambiente presente all’iniziativa.

“Per mettere a valore il tutto sono necessarie due cose – ha aggiunto Azzalin – Bisogna innanzitutto reinventare l’idea di parco. E non con astrusi modelli di governance, ma con una rivoluzione culturale ed una rinnovata mentalità politico-istituzionale che spazzi via l’idea di un parco come insieme di vincoli e offra invece alle comunità locali l’immediatezza dei vantaggi. Questo è anche alla base della legge sulle aree protette del Veneto presentata dal Pd, che presto sarà in discussione in consiglio e che vede come altro punto importante proprio la costituzione di un unico ente interregionale del Parco del Delta. Questa è indubbiamente la seconda impellente necessità se si vuole seguire la strada di una gestione logica e razionale”.

Concludendo, il consigliere democratico polesano ha sottolineato come “già si è perso troppo tempo, ma ora il bicchiere è più che mezzo pieno: il riconoscimento Mab Unesco è una carta vincente messa nelle mani di un territorio che è unico. Il successo dipende da come questa carta verrà giocata Evidentemente, giocare su due tavoli sarebbe il primo grave errore strategico. Come lo Stelvio non è visto come una zona di Trentino e una zona di Lombardia, ma come un’area unica, così deve essere il Delta. E la possibilità essere il primo parco interregionale italiano può e deve diventare un marchio di qualità, un esempio virtuoso da seguire, un elemento di attrazione ed un catalizzatore di attenzioni internazionali. Il riconoscimento Mab Unesco può e deve essere il primo passo di un grande processo di crescita del Delta. Di tutto il Delta”.




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