Con una mano si dà, con l’altra si toglie in modo confuso: quali specialità sono state ulteriormente declassate in Polesine?

Inserito il 5 Dicembre 2014 in Blog


Un'interrogazione insieme al vicepresidente della commissione Sanità Claudio Sinigaglia per chiedere lumi sulle strane contraddizioni delle strutture regionali e dell'ulteriore declassamento della sanità polesana

“La sanità polesana è colpita al cuore: senza dirlo chiaramente, ma con atti che si contraddicono, la Giunta declassa emodinamica dell’ospedale di Rovigo insieme ad altre specialità e contraddice i principi stabiliti con il Piano socio-sanitario”. A lanciare l’allarme sono il vicepresidente della commissione Sanità Claudio Sinigaglia ed consigliere regionale Graziano Azzalin che hanno presentato un’apposita interrogazione dal titolo “Con una mano si dà, con l’altra si toglie in modo confuso: quali specialità sono state ulteriormente declassate alla sanità polesana?”, per chiedere lumi su quella che definiscono “un’evidente discrepanza su atti regionali”.

“Nel dettaglio – spiega Azzalin – il 31 marzo scorso l’Ulss 18 ha adottato il nuovo atto aziendale, approvato come previsto con un decreto del direttore generale dell’Area Sanità e sociale della Regione Domenico Mantoan il 13 maggio. Sulla base dei questo l’Ulss n. 18 ha elaborato il proprio piano attuativo aziendale, con il quale si stabilisce la programmazione pluriennale. Ma, il 9 settembre, una volta ricevuta la risposta dalla Giunta, ecco la sorpresa: alcune delle prescrizioni, sono in netto ed evidente contrasto con quanto indicato nell’atto aziendale. Le contraddizioni fra i due atti regionali riguardano questioni precise e puntuali e, nello specifico, emodinamica, chirurgia maxillo-facciale, urologia laparoscopica, il laboratorio analisi integrato con l’Azienda Ulss n. 19, angiografia, radiologia presso l’ospedale di Trecenta, neuroriabilitazione e unità spinale. Secondo le indicazioni della Giunta, infatti, tutte queste specialità vengono pesantemente ridimensionate e, di fatto, si intacca la previsione del Pssr che stabilisce come in ogni provincia vi sia un ospedale di riferimento, con specialità di base e medio livello, e la presenza di alte specialità per un territorio più ampio, costituendo centri hub a livello sovra-aziendale. L’ospedale di Rovigo invece di essere hub diviene un ospedale di serie B e così fa retrocedere l’intera sanità polesana”.

Nell’interrogazione si definisce “un capolavoro di equilibrismo lessicale e che si esaurisce in un esercizio di stile burocratico che non affronta la domanda” la risposta giunta all’Ulss dopo la richiesta di chiarimenti su come procedere vista la contraddizione fra i due atti regionali. Azzalin punta quindi il dito direttamente contro la Giunta: “La posizione espressa, in contrasto con quanto precedentemente stabilito, appare per uno strano caso molto vantaggiosa per la crescita dell’ospedale di Schiavonia, a Monselice, costruito con un project financing: per l’appunto le specialità stralciate all’ospedale di Rovigo sono proprio quelle che, invece, avrà il nuovo ospedale. Bisogna capire, dunque, se dopo tutto quello che ha detto Zaia sulla finanza di progetto, la programmazione segue la strada degli ammortamenti dei cantieri o le esigenze dei territori. Non sarebbe certo piacevole constatare che il presidente del Veneto, dopo i tanti proclami, si dovesse nei fatti dimostrare incatenato a non meglio precisati vincoli con i privati”.




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