L’articolo 2 vanifica tutta la legge e conferma la volontà di scontro con il Governo.
“L’articolo 2 vanifica tutta la legge e conferma la volontà di scontro con il Governo. Che si debbano trasferire le risorse a copertura delle nuove spese è logico, ma è proprio l’impostazione che critichiamo. Tuttavia sappiamo che la Lega dopo aver sbandierato il proposito di diventare Regione a Statuto speciale sul modello della Provincia di Bolzano non può fare marcia indietro e modificare l’articolo in cui si chiedono i 9/10. È una questione puramente politica, una battaglia tutta interna alla Lega”. A dirlo è il consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin, nel corso dei lavori sul Pdl 43.
“Ne vedremo delle belle in campagna elettorale: il Veneto chiede autonomia e pone la questione settentrionale, proprio mentre Salvini toglie la parola ‘Nord’ dal simbolo della Lega; Salvini chiede un referendum analogo in 10 Regioni, noi vogliamo le competenze su 23 materie trattenendo il 90% delle tasse, con cui salterebbe in aria il Paese. Tutto perché l’alterità veneta deve rimanere alta. Durante il dibattito è stata citata più volte la Sicilia come esempio di malgoverno: eppure nella prima dichiarazione da presidente, Musumeci ha detto che avanzano dallo Stato dai sette agli otto miliardi. Su questo in vista delle elezioni nazionali si creerà un corto circuito”.
“Inoltre – aggiunge Azzalin – rimane la questione dei Pdl sul referendum per l’indipendenza del Veneto. Per non gettare ombre sul percorso abbiamo chiesto che venissero cancellati. Ci hanno replicato che il tema non è all’ordine del giorno e che la Consulta si è già espressa. Bene, allora perché non eliminarli?”.
Infine Azzalin, tornando al tema delle risorse ha contestato la decisione della maggioranza leghista del 2010 di non applicare l’addizionale Irpef collegandola alla richiesta di trattenere il 90% delle tasse: “Se avessimo esentato 9 cittadini su 10, il Veneto avrebbe introitato circa 100 milioni l’anno, 700-800 milioni non sono stati riscossi per non far pagare chi guadagna oltre 50mila euro l’anno. Si è deciso di agevolare gli interessi dei pochi a scapito dei molti, non c’è stato coraggio politico. Adesso rivendichiamo delle risorse che ci verrebbero distratte, ma in passato è stato scelto di danneggiare la maggioranza dei veneti, che si sono visti tagliare servizi o non hanno visto opere necessarie per la messa in sicurezza del territorio”.