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Trivellazioni, audizione in commissione Ambiente del Senato sulla proposta di legge approvata dal Veneto - Graziano Azzalin

Trivellazioni, audizione in commissione Ambiente del Senato sulla proposta di legge approvata dal Veneto

Inserito il 17 Luglio 2013 in Agricoltura, Ambiente, Bonifica, Territorio


Come primo firmatario della proposta di legge statale sulla subsidenza, approvato con consenso unanime e trasversale dal Consiglio regionale, ho relazionato sulla norma che vieta ricerca, coltivazione e sfruttamento degli idrocarburi dal sottosuolo delle province di Rovigo, Padova e Venezia: la più grande opera pubblica a costo zero è garantire la sicurezza del territorio

“Grazie all’impegno di Laura Puppato è partito a Roma l’iter della proposta di legge statale, approvata dal Consiglio regionale del Veneto ‘Interventi di tutela dal fenomeno della subsidenza dei territori delle Province di Padova, Rovigo e Venezia‘ che, se dovesse essere approvata a Roma, metterebbe definitivamente la parola fine ai tentativi di trivellazioni sul territorio del Basso Veneto”. A darne l’annuncio è il consigliere regionale Graziano Azzalin, primo firmatario della proposta di legge (sottoscritta oltre che da Azzalin e Puppato, anche dall’assessore Coppola e da Tiozzo, Bortoli, Fracasso, Mainardi, Pigozzo, Ruzzante, Sinigaglia e Pettenò), che oggi ha relazionato sul testo approvato con consenso unanime e trasversale dal Consiglio regionale il 25 gennaio 2011, nel corso delle audizioni in commissione Ambiente del Senato sulle problematiche ambientali connesse alla prospezione, ricerca, coltivazione ed estrazione di idrocarburi liquidi in mare, avviate la scorsa settimana con le relazioni tecniche.

“La posizione del Veneto – ha spiegato Azzalin – è chiara ed è stata ribadita anche quando Palazzo Ferro-Fini ha ospitato la Conferenza internazionale delle Regioni adriatiche e ioniche sulla salvaguardia delle coste dall’estrazione i idrocarburi in mare, che aveva come obiettivo proprio quello di ribadire la volontà delle istituzioni regionali di fermare le trivellazioni a largo delle coste. Questo va ad ulteriore supporto della proposta di legge sulla subsidenza, perché se vi è consapevolezza dei rischi delle estrazioni in mare, questi sono ancora maggiori per quanto riguarda le estrazioni a terra. La norma approvata dal Veneto si pone come obiettivo proprio quello di riaffermare il principio di precauzione, salvaguardando la sicurezza idrogeologica di un territorio che già soffre i danni causati dalla subsidenza, concretizzando definitivamente una volontà più volte espressa dalla Regione e dalle comunità locali e facendo in modo che Venezia, il territorio lagunare, il Delta del Po e la pianura padano-veneta non corrano ulteriori rischi futuri derivanti dall’abbassamento del suolo per cause dovute alle trivellazioni, in cambio di royalty irrisorie”.

“Ribadiamo una volontà politica e istituzionale chiara e trasversale – sono le parole del consigliere democratico Veneto – Il fulcro del ragionamento non è però tanto o soltanto ambientale, quanto economico. E si capisce guardando ai costi lasciati in dote dalle estrazioni di metano avvenute nel Delta del Po fino al 1961, cifre vicine ai 5 miliardi di euro: 700 milioni di euro per la ricostruzione e l’adeguamento delle opere di bonifica distrutte dalle conseguenze della subsidenza, circa 3.300 milioni di euro per l’adeguamento degli argini e 1.600.000 euro l’anno di costo dell’energia elettrica per tenere in funzione 39 impianti idrovori che, se il territorio non fosse sprofondato di oltre 3 metri a seguito delle estrazioni, sarebbe meno di un terzo, così come sarebbe trascurabile il costo per le acque di filtrazione dagli argini, 20 milioni di metri cubi al mese per una spesa energetica di 840mila euro l’anno. E se è difficile monetizzare la tutela, purtroppo i conti si fanno anche al negativo quando avvengono disastri. Per questo, la più grande opera pubblica a costo zero è garantire la sicurezza del territorio evitando rischi e compromissioni”.




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