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Pssr, pronti ad accettare misure anche rigorose, a patto che il nostro territorio non venga mortificato e marginalizzato - Graziano Azzalin

Pssr, pronti ad accettare misure anche rigorose, a patto che il nostro territorio non venga mortificato e marginalizzato

Inserito il 17 Gennaio 2012 in Politica, Sanità, Sociale, Territorio


Si apre la discussione del Piano socio sanitario in V commissione e già ho presentato diversi emendamenti, uno dei quali sul San Luca di Trecenta come ospedale di rete: vanno considerate le peculiarità del Polesine. Unificare le Ulss? Nessun tabù, a patto che sia un modo per una miglior organizzazione della nostra sanità e non una mossa per non parlare dei veri problemi

“Non è tollerabile che la sanità polesana venga lentamente declassata e smantellati i servizi essenziali, per questo l’apertura della discussione del Piano socio sanitario in commissione Sanità ci permetterà di dire la nostra, di far venire allo scoperto i bluff della maggioranza e di mettere nero su bianco le nostre idee. E non vaghe e fumose promesse, bensì proposte concrete affidate ad emendamenti”. Questo lo spirito con il quale il consigliere regionale Graziano Azzalin saluta l’approdo di domani (mercoledì 18 gennaio) del Pssr in V commissione.

 

Il consigliere democratico, che ha già prodotto diversi emendamenti volti a far riconoscere la specificità dell’area polesana e ad assicurare le stesse opportunità di accesso ai servizi a ogni cittadino, parte dal capitolo dell’unificazione delle Ulss 18 e 19: “Le mie obiezioni sono di metodo, ma di fatto anche di merito: sia l’assessore Coletto che il segretario Mantoan fino a poco fa continuavano ad affermare che il ridisegno delle Ulss non sarebbe stato affrontato prima della discussione del Pssr per non stressare un sistema già in grave difficoltà. Il fatto che proprio Coletto abbia tirato fuori questo tema lascia più di un sospetto sul fatto che si tratti di un tentativo di sviare l’attenzione dal Piano. Su questo però casca male, perché l’unificazione non è un tabù e se ne può discutere, a patto che sia un modo per una miglior organizzazione la sanità polesana e non una mossa per non parlare dei veri problemi. La riorganizzazione, fra l’altro, non dovrebbe riguardare solo la provincia di Rovigo e non può essere un gioco al ribasso. Servono risorse e chiarezza”.

 

Uno degli emendamenti riguarda in particolare l’ospedale di Trecenta: “La richiesta è che il San Luca venga classificato come ospedale di rete, considerate le specificità demografiche, logistiche e geografiche del territorio su cui insiste. Mentre a parole, infatti, la maggioranza parla di una salvaguardia dell’ospedale altopolesano, nei fatti compiono passi che porteranno alla sua chiusura: questo lo contrasteremo con tutte le nostre forze. I problemi, tuttavia, riguardano anche l’ospedale di Rovigo, dove si assiste a una vera e propria fuga di medici, nonché quello di Adria. Senza mettere in discussione l’indicazione del Piano alla deospedalizzazione, chiediamo che venga ribadito e sostenuto con le necessarie risorse il ruolo dei tre ospedali pubblici polesani, sui quali si dovrà modellare ogni ragionamento. Senza trascurare il ruolo che anche la sanità privata riveste, in particolare a Santa Maria Maddalena e a Porto Viro, ma senza perdere di vista il rapporto squilibrato fra pubblico e privato. Questo rapporto va rivisto innescando una competizione sulla qualità, non sulla quantità. Questo è lo scopo della programmazione: guardare al futuro ed aver presente l’interesse della collettività. Come Pd siamo pronti ad accettare misure anche rigorose, ma a patto che il nostro territorio non venga mortificato e marginalizzato. Lo Statuto sancisce principi chiari, la sanità sarà il primo vero banco di prova per vedere le enunciazioni tradotte nel concreto”.

(Venezia / 17/01/2012)




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