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Parchi, convegno a Cortina: il Pd deciso a lavorare per sfruttare la straordinaria opportunità offerta da e per il territorio - Graziano Azzalin

Parchi, convegno a Cortina: il Pd deciso a lavorare per sfruttare la straordinaria opportunità offerta da e per il territorio

Inserito il 27 Febbraio 2012 in Agricoltura, Ambiente, Territorio, Turismo


Insieme al collega consigliere regionale democratico Sergio Reolon ho partecipato alla presentazione dell’indagine di Swg “L’immagine dei Parchi veneti e le strategie di comunicazione per la loro valorizzazione” che si è tenuta sabato a Cortina e dalla quale sono emerse indicazioni importanti sulle possibilità del Parco del Delta del Po: la tutela è business

“La tutela è business”, con questa frase Enzo Risso di Swg ha sintetizzato quanto emerso dall’indagine effettuata dalla società di ricerche e sondaggi sui parchi veneti, presentata sabato a Cortina nel corso del convegno “L’immagine dei Parchi veneti e le strategie di comunicazione per la loro valorizzazione”, aperto dal saluto dell’assessore regionale Franco Manzato ed al quale hanno partecipato anche i consiglieri regionali del Pd Graziano Azzalin e Sergio Reolon.

Il consigliere bellunese Reolon ha evidenziato come “in un momento in cui la sensibilità ambientale è in continua crescita, la strada da seguire per sfruttare la straordinaria opportunità che i parchi offrono è necessariamente nel favorire la massima interazione fra parchi e territori che li ospitano, come dimostra la peculiare e fortunata esperienza del Parco gestito dalle Regole d’Ampezzo”.

Azzalin, che guidava la nutrita delegazione polesana composta dal sindaco di Porto Viro Geremia Gennari, dal vicesindaco Virginio Mantovan e dal capogruppo di maggioranza in consiglio comunale Thomas Giacon, ha invece rimarcato gli aspetti legati al parco del Delta del Po: “Bisogna favorire una rivoluzione culturale che faccia capire che la risorsa naturale può essere messa a frutto se si comprende che non si tratta di vincoli ma di opportunità. E non solo dal punto di vista turistico, ma anche degli altri settori, primo fra tutti quello dell’agricoltura. Tutto questo con prospettive occupazionali interessanti. Ma per un vero sviluppo è necessario che il Parco del Delta superi i confini amministrativi e allarghi i suoi orizzonti”.

Concetto simile è stato espresso da Enzo Valbonesi, dirigente del Servizio parchi e risorse forestali della Regione Emilia Romagna: “Ai parchi Veneti non sono mancate tanto le risorse quanto una visione sistemica: è necessario organizzare l’offerta su scala più ampia superando la concezione da Pro loco alla quale ancora in molti rimangono ancorati”.

Dal punto normativo presto dovrebbero intervenire novità significative. E se il presidente di Federparchi ha illustrato le proposte di modifica alla Legge quadro sulle aree protette 394/1991, Azzalin e Reolon annunciano che “il Pd su questo fronte ha le idee chiare ed è pronto ad offrire il proprio contributo sul fronte della normativa regionale alla quale si deve mettere mano, essendo da questo punto di vista il Veneto in grave ritardo rispetto alle altre Regioni”.

E, se la tutela è business, dai dati è emerso che per il Delta del Po questo business è ancora tutto da sfruttare. Non perché il Parco sia da conoscere, visto che l’81% del campione intervistato (1200 persone fra Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna) sapeva della sua esistenza, più ancora del Parco delle Dolomiti d’Ampezzo e del Parco Nazionale delle Dolomiti bellunesi, quanto perché, proprio rispetto agli altri due, appare carente dal punto di vista della proposta turistica.

I numeri, fra l’altro, parlano chiaro: chi va in vacanza cerca come prima cosa un luogo bello e incontaminato. Come ha spiegato il professor Risso, “sulle vacanze gli italiani si dividono sostanzialmente in quattro tribù: i ricercatori di autenticità, il 34%; i ‘radical bio’, il 23% che ricerca vacanze dinamiche in ambienti naturali e che insieme ai primi assorbono il 57% del totale, target attuale dei parchi; i ‘metropolitani’, ovvero quel 19% che vuole visitare le grandi città; gli ‘urbani disincantati, il 24% degli intervistati, lontani dalla vacanza verde ma stanchi delle vacanze di visita nei centri urbani e sono il bacino potenziale per i parchi”. Le indicazioni emerse dalla ricerca di Swg per sviluppare il turismo nei parchi, che in Veneto attraggono il 9% dei visitatori totali, sono chiare: il visitatore medio vuole trascorrere un paio di giorni lontano dallo stress della quotidianità cittadina, cerca tranquillità, luoghi incontaminati, autenticità, sapori tradizionali ed emozioni, concetto con il quale si esprime l’irripetibilità di esperienze, frutto di un contatto diretto con la natura vera, non artificiale. Al bando, dunque, strutture invasive, cemento e asfalto: per far crescere i parchi servono arredi non invasivi con informazioni su flora e fauna, luoghi di ristoro in armonia con l’ambiente e con la sua storia, piatti tipici e genuini, percorsi attrezzati che permettano di camminare, pedalare, navigare e l’osservazione diretta degli animali selvatici. Già allo stato attuale il bacino di espansione turistica del Parco del Delta del Po registrato da Swg è del +11%. Figuriamoci se davvero si avviassero politiche di sviluppo, valorizzazione e marketing.




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