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La revisione del Ptrc ha luci ed ombre. Il Pd si spinge oltre e chiede il consumo zero di suolo - Graziano Azzalin

La revisione del Ptrc ha luci ed ombre. Il Pd si spinge oltre e chiede il consumo zero di suolo


Insieme al vicepresidente della II commissione regionale Bruno Pigozzo siamo intervenuti per ribadire la posizione del Pd in materia urbanistica delineando otto punti con le azioni necessarie per una buona pianificazione. Il modello di sviluppo del Veneto di questi ultimi decenni è stato devastante. Cura del territorio e salvaguardia idraulica devono essere prioritarie, non solo per la tutela dei cittadini e del paesaggio, ma anche nella prospettiva del risparmio di risorse. E serve un piano paesaggistico

“La revisione del Piano territoriale regionale di coordinamento poteva essere l’occasione per mostrare il coraggio di fare quello che addirittura Confartigianato, Confindustria, Confcommercio e Confcooperative, che rappresentano anche i costruttori, sono arrivati a chiedere in un documento congiunto, ovvero avviare azioni di riqualificazione dell’esistente, di tutela del paesaggio e di riduzione del consumo di suolo. Il Pd si spinge oltre e chiede il consumo zero di suolo”. Ad affermarlo, il vicepresidente della commissione Urbanistica Bruno Pigozzo, insieme al compagno di partito Graziano Azzalin che commentano le modifiche operate al Ptrc: “In linea di principio siamo d’accordo, ma visto che questa giunta è solita predicare bene e razzolare male, è necessario entrare subito nel merito e vedere come si può tentare di evitare che le affermazioni di Zorzato restino solo degli spot. In tutta l’operazione, infatti, ci sono luci ed ombre. Fra gli aspetti positivi, da apprezzare lo sforzo per una maggiore semplificazione e di un rafforzamento dei vincoli. Il modello di sviluppo del Veneto di questi ultimi decenni, tuttavia, ha devastato il paesaggio, con una crescita disordinata dei sistemi urbani, insediativi e produttivi, causando in alcune aree una forte compromissione del territorio e della stessa sicurezza idrogeologica. Si tratta di azioni spesso irreversibili, per questo va ribadita con forza la necessità e l’urgenza di un piano paesaggistico”.

Secondo Pigozzo e Azzalin, “è necessario riflettere sul ruolo della Regione, che non deve limitarsi a fare da ‘soggetto autorizzatore’ di interventi, ma guidare con determinazione il processo di pianificazione, visto anche che siamo ancora all’anno zero per quanto riguarda la connessione fra pianificazione e fondi europei. E questo vuol dire sprecare occasioni irripetibili. Dobbiamo riappropriarci della gestione lungimirante del nostro territorio: tutti gli interventi, dalle grandi infrastrutture ai piani urbanistici, devono essere confrontati in rapporto a costi e benefici per il paesaggio che li accoglie. L’impatto ambientale di un’opera, costruita oggi con il criterio del ‘minor costo economico’, può provocare negli anni seguenti costi maggiori di quanto risparmiato. Cura del territorio e salvaguardia idraulica devono essere prioritarie, non solo per la tutela dei cittadini e del paesaggio, ma anche nella prospettiva del risparmio di risorse”.

Concludendo, i due consiglieri del Pd delineano in otto punti le azioni necessarie per una buona pianificazione urbanistica regionale:

  1. integrazione (oggi mancante) fra le politiche pianificatorie (Legge urbanistica 11/04, Piano casa, decreto sviluppo, piano commerciale, sistema delle aree protette, ecc.);
  2. partecipazione delle realtà locali alla pianificazione;
  3. riordino delle forme e delle relazioni della Città, che deve divenire motore del territorio come centro di scambio, integrazione e partecipazione sociale, culturale e produttiva;
  4. disegno delle politiche di area metropolitana veneta in dialogo con l’Est e l’Ovest;
  5. valorizzazione, con progetti bandiera innovativi, delle eccellenze territoriali (montagna, parchi, ville, Delta, laguna) come magneti turistici;
  6. definizione organica e implementazione delle Reti Ecologiche e dello sviluppo del verde;
  7. indirizzo e supporto per gli interventi di manutenzione e tutela idraulica del territorio;
  8. strategia pianificatoria orientata verso obiettivi comunitari specifici e finanziati.



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