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Zaia continua a mentire: nonostante la riduzione dei trasferimenti statali, i corsi di laurea per le professioni sanitarie potevano essere mantenuti. E non c’entrano niente autonomia e residuo fiscale - Graziano Azzalin

Zaia continua a mentire: nonostante la riduzione dei trasferimenti statali, i corsi di laurea per le professioni sanitarie potevano essere mantenuti. E non c’entrano niente autonomia e residuo fiscale

Inserito il 28 Settembre 2017 in Primo piano


La propaganda di Zaia in vista del referendum-truffa ormai non si ferma davanti a niente. Neanche ai numeri e al senso del ridicolo.

“La propaganda di Zaia in vista del referendum-truffa ormai non si ferma davanti a niente. Neanche ai numeri e al senso del ridicolo. Per quanto riguarda i corsi di laurea per le professioni sanitarie (infermieri, dietiste, tecnici di radiologia) è vero che c’è stata una riduzione dei trasferimenti statali, ma la Regione poteva comunque mantenere le sedi momentaneamente soppresse poiché i numeri lo consentivano. In futuro ci sarà da lavorare per sanare questo squilibrio, ma la politica dovrà sostituirsi alla propaganda. Zaia permettendo”. A dirlo è il consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin, rispondendo a una nota diffusa dal governatore.

“Affermare che con l’autonomia sarà pagata la formazione dei giovani, creato lavoro e migliorata l’assistenza ai malati, grazie a una parte dei 15,4 miliardi di residuo fiscale, è falso. Basta avere un minimo di dimestichezza con l’aritmetica. Il presidente Zaia, invece, mente due volte. Anzitutto ottenere più autonomia non riduce di un centesimo il residuo fiscale, cioè la differenza tra quello che i cittadini di una Regione pagano in tasse e quello che ricevono sotto forma di servizi. Altrimenti non si spiegherebbe come mai quello della Provincia autonoma di Bolzano sia più alto (procapite) rispetto al Veneto. Secondo la narrazione di Zaia dovrebbe essere il contrario”.

“Lasciamo da parte le bufale – conclude Azzalin – Un modo per ridurre subito il residuo fiscale c’è, è sufficiente fare i conti correttamente. In Veneto riceviamo infatti sei miliardi di euro in più rispetto ai contributi che paghiamo all’Inps, togliamo il saldo previdenziale e la quota di interessi sul debito pubblico ed ecco che la cifra scende a 3,5 miliardi. Una bella differenza, con buona pace dei sostenitori dell’inutile referendum”.




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