La chiusura della redazione di Rovigo del Resto del Carlino sarebbe gravissima, dal punto di vista occupazionale così come culturale. È una questione che riguarda non solo i lavoratori, i primi a essere colpiti, ma tutti i cittadini del Polesine.
La chiusura della redazione di Rovigo del Resto del Carlino sarebbe gravissima, dal punto di vista occupazionale così come culturale. È una questione che riguarda non solo i lavoratori, i primi a essere colpiti, ma tutti i cittadini del Polesine, che perderebbero una voce importante per garantire la pluralità di informazione, che non è mai abbastanza, ingrediente fondamentale di ogni democrazia.
Il Resto del Carlino è una voce storica della provincia, visto che racconta il Polesine e i suoi cambiamenti da oltre mezzo secolo. La mannaia che si è abbattuta sulla redazione, ridotta a due soli giornalisti che devono confezionare ogni giorno dieci pagine è insostenibile, non solo per quanto riguarda i carichi di lavoro; tagli così pesanti fanno infatti pensare che sia solo il preludio alla chiusura definitiva, che andrebbe a impoverire ulteriormente un territorio dove esistono solo quattro quotidiani cartacei, uno online e nessuna emittente televisiva. Serve una solidarietà non solo a parole, ma attiva per questo mi associo all’appello lanciato dal Sindacato dei giornalisti per un’azione congiunta della Regione e dei rappresentanti veneti nel Governo e in Parlamento che possa scongiurare la perdita della redazione rodigina del Resto del Carlino.