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Il Friuli dialoga con il Governo e vince la sfida del tiramisù. Perché Zaia non indice un referendum per porre un’altra questione veneta? - Graziano Azzalin

Il Friuli dialoga con il Governo e vince la sfida del tiramisù. Perché Zaia non indice un referendum per porre un’altra questione veneta?

Inserito il 7 Agosto 2017 in Blog


Un’altra battaglia campale di Zaia si trasforma in disfatta: il Friuli ha infatti vinto la sfida del tiramisù, lasciando il governatore a bocca asciutta.

“Dopo i veneti come minoranza nazionale, il ‘prima i veneti’ nelle scuole entrambe impugnate dal Governo perché incostituzionali, un’altra battaglia campale di Zaia si trasforma in disfatta: il Friuli ha infatti vinto la sfida del tiramisù, lasciando il governatore a bocca asciutta. È la dimostrazione che la propaganda fine a se stessa non paga”. Ad affermarlo è il consigliere del Partito Democratico Graziano Azzalin commentando il decreto ministeriale con cui è stato aggiornato l’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali includendo il dolce più famoso in due versioni, entrambe friulane.

“C’è chi straparla e chi agisce. Anziché organizzare Coppe del mondo per rivendicare ancora una volta la primogenitura del dessert, hanno scelto un’altra strada, più logica e lineare, presentando una dettagliata istruttoria al ministero per le Politiche agricole. Questa è la via maestra per ottenere risultati concreti: dialogare, trattare, come ha fatto l’Emilia Romagna per la questione dell’autonomia, invece di pensare che ‘Roma ladrona’ abbia sempre in mente di punire il Veneto. Un atteggiamento che forse nasconde un complesso di inferiorità”.

“Adesso – continua Azzalin – Zaia minaccia di fare ricorso contro la decisione del Governo. Per ottenere un vero successo avrebbe bisogno di un mandato pieno, che solo la spinta popolare, oltre alla ghiottosità della posta in palio, può dare. Per questo sarebbe opportuno un referendum ad hoc, in modo che la Giunta possa poi trattare alla pari con Roma ponendo anche la questione veneta del tiramisù. Perché non pensare quindi per il 22 ottobre a un election day con il doppio quesito?”.




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